La cabina telefonica nomadica

La cabina telefonica nomadica

Il telefonino mina la privacy? Ecco una cabina telefonica pronta in pochi secondi per la riservatezza di tutte le conversazioni. Antipioggia e facilmente trasportabile
Il telefonino mina la privacy? Ecco una cabina telefonica pronta in pochi secondi per la riservatezza di tutte le conversazioni. Antipioggia e facilmente trasportabile

New York – L’uso del telefono cellulare comporta problemi di privacy, poiché chi si trova intorno all’utente può ascoltare le conversazioni telefoniche altrui. Con l’eccezione di chi alzando il volume della propria voce è interessato a far partecipare alle proprie telefonate tutti coloro che si trovano nei pressi, per molti questa “socializzazione forzata” delle chiamate è un problema. Una questione che può ora essere risolta dalla cabina portatile .

L’idea è di Jenny Chowdhury , studentessa newyorkese che, per non rinunciare al telefonino, né alla propria privacy, ha ideato una cabina telefonica costruita con un materiale che lei stessa afferma essere il medesimo delle “famose borse cinesi”. Il riferimento è a quelle sacche in materiale plastico diffuse in mezzo mondo che hanno alcune importanti caratteristiche: sono leggere, robuste, indeformabili. E, assicura l’intraprendente studentessa, persino antipioggia.

La nuova cabina nomade Jenny, che ha battezzato la propria invenzione con il nome di Cell Atlantic CellBooth , nome frutto di un gioco di parole con la denominazione del celebre operatore Bell Atlantic , ne spiega la duplice funzione: garantire la riservatezza della conversazione e nel contempo evitare di disturbare gli astanti. Viste le sue caratteristiche potrebbe persino essere utilizzata per ripararsi in caso di improvviso acquazzone.

“Aprire” la propria cabina, un fagotto che si trasporta facilmente come zainetto sulle spalle, è questione di un attimo, anche grazie alla sua leggerezza.

Quando ci si trova al suo interno, poi, anche in caso di lunghe conversazioni, non si va incontro, secondo l’inventrice, ad alcun genere di scomodità. Resta da vedere però se, sotto il solleone estivo, una soluzione del genere sia sempre praticabile. Si cercano volontari e, magari, finanziatori per la diffusione commerciale dell’invenzione.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
25 mag 2006
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