La carica delle 115mila email

La carica delle 115mila email

Da una email sono scaturite già 115mila risposte e si teme che il messaggio continui a propagarsi in Rete ad libitum. Ecco come una catena email nata per scopi didattici può trasformarsi in un mostro divorabanda
Da una email sono scaturite già 115mila risposte e si teme che il messaggio continui a propagarsi in Rete ad libitum. Ecco come una catena email nata per scopi didattici può trasformarsi in un mostro divorabanda


Newcastle (USA) – L’idea di un maestro americano era semplice e divertente: coinvolgere qualche centinaio di utenti Internet in una ricerca geografica insieme ai propri alunni. Ma le 25 email inviate per l’esperimento si sono trasformate, oggi, in un flusso di migliaia di risposte quotidiane per un totale, finora, di 115mila email. Una reazione “mostruosa” all’iniziativa didattica che ha sorpreso il maestro e i suoi alunni, peraltro soddisfatti di quanto accaduto.

Il docente, John Street, aveva chiesto ai 25 destinatari originari dell’email di rispondere indicando il luogo di residenza, in modo tale che i ragazzi potessero segnare le località sulla mappa scolastica. A ciascun destinatario si chiedeva, e qui nasce il “problema”, di inviare l’email ai propri conoscenti. In pratica si è fatta partire la “catena di S.Antonio”.

Dopo sei settimane dall’invio delle email, alla classe erano già arrivate 20mila lettere di risposta. “Abbiamo imparato – ha detto uno studente – dove si trovano tutti i paesi del Mondo”. Molte email, come quelle di uno scienziato della NASA, contenevano fotografie, note, indirizzi Internet. E in classe è iniziato a circolare il materiale inviato dai partecipanti alla catena, almeno 600 dei quali hanno trovato online l’indirizzo della scuola, in Nebraska. Una signora australiana ha inviato alla classe dei peluche di koala e libri sull’Australia…

Il problema? Il maestro si è dimenticato di segnare sull’email una data che indicasse il termine dell’iniziativa e ora Street si chiede se tutta questa mobilitazione avrà mai fine. E quanto potrà reggere l’email server della scuola…

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Pubblicato il
19 gen 2001
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