La censura ha colpito Clarence.com

La censura ha colpito Clarence.com

La mannaia arriva anche sul celebre portalone, che si vede oscurare la pagina con un articolo su Dorelli. Non è la prima volta che accade e non sarà probabilmente l'ultima. Chi non si registra come testata è senza tutele
La mannaia arriva anche sul celebre portalone, che si vede oscurare la pagina con un articolo su Dorelli. Non è la prima volta che accade e non sarà probabilmente l'ultima. Chi non si registra come testata è senza tutele


Roma – “Querelati da Johnny Dorelli!”. Questo il titolo della pagina con cui il portale Clarence.com spiega in queste ore il sequestro di alcune pagine web ordinato dalla Procura della Repubblica di Milano nei giorni a ridosso di Natale. Già, perché la famiglia del celebre attore e cantante ha denunciato per diffamazione Clarence.com ottenendo il sequestro della pagina del sito che riportava un breve articolo satirico su Dorelli e altri materiali.

Clarence, che ha già pubblicato un link all’articolo presente nella cache di Google, ha naturalmente denunciato pubblicamente l’accaduto, sottolineando la gravità della censura, condita dal fatto che la Procura avrebbe anche comunicato a terzi e alla stampa dati sugli autori di quella pagina e dunque accusandola di aver violato “non solo la riservatezza sul caso, ma anche la legge sulla libertà di stampa”. “In questo clima da censura cilena – scrive Clarence – c’è da ricordare che, guarda caso, proprio in questi giorni ha luogo la prima del nuovo spettacolo di Dorelli al Manzoni di Milano”.

“La cosa particolarmente sconcertante – ha spiegato a Repubblica.it Gianluca Neri, deus ex machina di Clarence – è che tutto è successo senza alcun preavviso, un fulmine a ciel sereno di cui ci siamo accorti quando qualcuno ha cliccato sulle pagine in questione ed è apparsa, sotto la stella e l’alloro nazionali, la scritta Articolo sottoposto in sequestro dall’Autorità Giudiziaria “. La ricostruzione di Neri è preoccupante: “La procura è andata dal provider che ospita il nostro sito e ha fatto “togliere” le pagine senza neppure avvertirci. E che strumento ha usato! Il sequestro probatorio, sino a oggi, era stato adoperato per i giornali (sequestrati in 3 copie, e non nell’interezza, come è successo a noi) solo in presenza di apologia di fascismo e di pornografia”.

Al di là dei contenuti poco eleganti del pezzo pubblicato dal portale, quanto accaduto a Clarence si inquadra in un contesto divenuto da tempo decisamente allarmante relativo alla censura in rete in Italia. Come ben noto, infatti, nel corso dell’ultimo anno i sequestri di pagine web di siti italiani si sono ripetuti, dal caso Gattibonsai.it a quello Covoprieca , passando per Bismark.it e altri ancora.

Sebbene Clarence dichiari che quanto accaduto sia “una prima”, il portale deve invece registrare di essere null’altro se non l’ennesima vittima di una diffusa mancata comprensione dei meccanismi delle pubblicazioni web e della poca rilevanza della libertà di opinione in questo paese. Senza contare che, com’è ovvio e come sempre è accaduto in questi casi, l’azione legale della famiglia Dorelli si è tradotta in una insperata enorme pubblicità per un pezzo che sarebbe stato altrimenti ampiamente trascurato.

Clarence, che in nessun modo aveva sostenuto la battaglia contro la legge sull’editoria minimizzando il problema censura, potrebbe essere indotto da questi fatti a cambiare drasticamente rotta. Qualcosa che già si evince dalle dichiarazioni del portale, che cita esplicitamente l’articolo 21 della Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”). L’articolo 21 è infatti uno dei punti di forza di tutte le azioni che in questi anni sono state portate in questo paese contro le vecchie e le nuove leggi sulla stampa.

Nella pagina dello speciale sulla censura, Clarence dedica anche qualche riga a Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e da sempre sostenitore della registrazione obbligatoria di chi fa informazione online. In una intervista Abruzzo ha infatti dichiarato in questi giorni che “diventa sempre più necessario che anche le testate online siano registrate e che venga posto un limite di durata ai pezzi satirici disponibili in rete”. Argomentazioni che molti ritengono paradossali e inapplicabili alla rete, peraltro già sentite nel dibattito sulla legge sull’editoria; tesi a cui Clarence risponde con l’iniziativa AbruzzoCard . Iniziativa tesa a ricordare ad Abruzzo, considerato uno dei massimi esperti in materia di diritto sulla stampa, le basi della libertà di stampa in Italia.

Ma i fatti rimangono: oggi nel nostro paese solo chi registra il proprio sito, ai sensi della legge sulla stampa e di quella sull’editoria, può godere di tutele effettive contro iniziative di censura come quella subita da Clarence…

Per seguire la questione censura e internet, è disponibile il Canale Censura di Punto Informatico.

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Pubblicato il
3 gen 2002
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