La Chiesa e il suo mattone digitale

La Chiesa e il suo mattone digitale

di Massimo Mantellini. Da oggi per i credenti esisterà qualche filtro in più per orientarsi nel mare magnum della rete, dove il meglio e il peggio viaggiano così pericolosamente mescolati
di Massimo Mantellini. Da oggi per i credenti esisterà qualche filtro in più per orientarsi nel mare magnum della rete, dove il meglio e il peggio viaggiano così pericolosamente mescolati


Roma – Scrive Giovanni Paolo II nel suo messaggio per la 36° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si terrà il 22 maggio prossimo: “Esorto tutta la Chiesa a varcare coraggiosamente questa nuova soglia, per “prendere il largo” nella Rete, cosicché, ora come in passato, il grande impegno del Vangelo e della cultura possa mostrare al mondo “la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo”.

La nuova soglia di cui parla il Papa introduce quindi definitivamente la Chiesa nel ciberspazio. Non si può non rallegrarsi di questa discesa in campo: eppure, per qualche strana ragione, la lettura delle parole del Santo Padre mi ha fatto pensare a quando, molti anni fa, mia nonna di domenica mattina verso le 11, si accomodava davanti al televisore per prender messa. La stessa licenza sfruttata da nonna Maria allora, avvicinarsi ai sacramenti via etere se non era possibile raggiungere fisicamente il luogo di culto (licenza che a me adolescente incolto sembrava eccessiva e fin troppo comoda, non foss’altro per la sostituzione dell’inginocchiatoio con la poltrona imbottita della sala da pranzo), sembra riproporsi oggi nel riconoscimento del Papa nei confronti della Rete Internet, definita come un nuovo forum dove, esattamente come accadeva nel’antica Roma, lo spazio pubblico racchiude assieme il suo meglio e il suo peggio .

Può quindi esistere, ci dice oggi il Papa, una evangelizzazione via Internet, la quale offre – aggiungiamo noi – alcuni ragguardevoli vantaggi rispetto alle ondate di altre più discutibili evangelizzazioni che la Chiesa ha prodotto dai secoli passati fino a l’altro ieri.

Non deve stupirci più di tanto questa modernità di Giovanni Paolo e nemmeno la capacità del Vaticano di identificare correttamente le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione: si tratta infatti di una attenzione vecchia ormai di secoli, basti pensare come il primo libro stampato con i caratteri mobili di Gutemberg sia stato proprio una Bibbia, primo passo di una rivoluzione delle comunicazioni che ha portato dritto fino a noi, dopo che, per centinaia di anni, il messaggio era stato quasi esclusivamente religioso, espresso attraverso la pittura nei luoghi sacri, la miniatura e la copiatura dei manoscritti in quegli spazi di silenziosa intelligenza, progenitori dell’attuale World Wide Web, che erano i conventi.

Può questo nuovo strumento – per tornare alle parole del Papa – favorire la cultura di dialogo, della partecipazione, della solidarietà e della riconciliazione? Noi sinceramente non lo sappiamo: quello che sappiamo è che, da oggi, per i credenti esisterà qualche filtro in più per orientarsi nel mare magnum della rete, dove il meglio e il peggio viaggiano così pericolosamente mescolati. Mia nonna Maria, ne sono certo, avrebbe tratto giovamento da questa nuova presenza (così come si fidava dei consigli stampati da certi quotidiani cattolici accanto al programma televisivo della serata) e, come lei, forse faranno altri milioni di cattolici di tutto il mondo.

Magari qualcuno di loro storcerà il naso, esattamente come qualcuno alla fine del 400 lamentò la difficoltà di lettura dei primi testi sacri stampati rispetto ai manoscritti cui si era stati fino ad allora abituati, ma anche questo è normale. Noi, agnosticamente, preferiamo l’estendersi della Chiesa di Pietro con il suo messaggio di tolleranza e solidarietà nei territori digitali (territori ampi nei quali, come è noto, esiste spazio a sufficienza per tutti) alle tante, spesso meno immateriali invasioni che hanno caratterizzato la testimonianza della parola del nostro Dio nel mondo nel corso dei secoli passati.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
22 apr 2002
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