La Chiesa: Internet isola

La Chiesa: Internet isola

In un documento ufficiale, il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali prende in esame i nuovi media e la nuova società, sottolineandone pregi e rischi, questi ultimi considerati gravissimi
In un documento ufficiale, il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali prende in esame i nuovi media e la nuova società, sottolineandone pregi e rischi, questi ultimi considerati gravissimi


Roma – “I mezzi di comunicazione possono anche essere utilizzati per separare e isolare. Sempre più, la tecnologia permette alle persone di raccogliere informazioni e servizi, creati unicamente per loro. In questo vi sono vantaggi reali, ma inevitabilmente sorge una domanda: il pubblico del futuro sarà costituito da una moltitudine di persone che ascoltano uno solo?”. Questa una delle frasi chiave con cui si chiude il documento redatto dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali che viene presentato in occasione del “Giubileo dei Giornalisti” tra l’1 e il 4 giugno.

Nel documento gli studiosi del Vaticano mettono sul tavolo tutti i vantaggi delle nuove comunicazioni, ma anche tutti quelli che ritengono essere i rischi della rete e dei nuovi media. “Anche se la tecnologia può incoraggiare l’autonomia individuale – si legge nel documento – ha implicazioni diverse, meno desiderabili. Invece di essere una comunità mondiale, la rete del futuro potrebbe trasformarsi in una rete vasta e frammentata di individui isolati, api umane nelle loro celle, che interagiscono mediante dati invece che direttamente fra loro. Che cosa ne sarebbe della solidarietà, che cosa ne sarebbe dell’amore in un mondo così?”

Stilettate, dunque, ma non mortali, per internet che alcuni, non solo in Vaticano, considerano un trampolino all’isolamento, dato sul quale studi contrapposti si fronteggiano ormai da anni. Secondo gli estensori del documento pontificio, con internet “un individuo può raggiungere le vette del genio e della virtù umani o sprofondare negli abissi della degradazione, semplicemente stando seduto da solo di fronte a un monitor e a una tastiera”.

Colpisce il riferimento nel testo alla libertà di espressione per la quale “bisogna essere sempre a favore” sebbene questa non sia “una norma assoluta”: “Non esiste diritto a comunicare per messaggi che cercano di promuovere l’odio, l’oscenità e la pornografia. Anche la libera espressione dovrebbe osservare principi come la verità, la correttezza e il rispetto per la vita privata”.

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Pubblicato il
31 mag 2000
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