La Gates Foundation è sotto attacco

La Gates Foundation è sotto attacco

Un'inchiesta del LA Times mette in difficoltà i coniugi Gates e la Fondazione più ricca del mondo. Le sue attività benefiche comprenderebbero investimenti controversi ad impatto ambientale e sanitario gravissimo
Un'inchiesta del LA Times mette in difficoltà i coniugi Gates e la Fondazione più ricca del mondo. Le sue attività benefiche comprenderebbero investimenti controversi ad impatto ambientale e sanitario gravissimo

Il Los Angeles Times ha realizzato un approfondito reportage su quelli che qualcuno definisce “imbarazzanti segreti” della Bill & Melinda Gates Foundation . Niente di sconvolgente, secondo gli esperti, ma spiacevole per il comune sentire. Si parla, ad esempio, del sostegno alla Sanità africana da parte della Fondazione, che però al contempo finanzierebbe le corporation dell’energia responsabili della contaminazione ambientale che quella Sanità combatte.

Ebocha è uno dei tanti non-luoghi della Nigeria, caratterizzati per lo più dalla presenza di grandi impianti petroliferi. Qui l’ ENI manda avanti un mostro di lavorazione che sbuffa a più di 90 metri polveri, fumi e fiamme. E mentre i comitati di indagine scientifica continuano a valutare in laboratorio i possibili legami tra la contaminazione e la “tosse” di cui soffrono i locali, ecco che spunta la Bill & Melinda Gates Foundation. Un “angelo” che in questa desolazione ha permesso la vaccinazione di migliaia di bambini, con un investimento che nel mondo a superato i 218 milioni di dollari.

“Siamo tutti fumatori qui”, ha detto il medico locale Elekwachi Okey. “…ma non di sigarette”. Già, perché gli impianti petroliferi che circondano Ebocha bruciano più di 300 milioni di metri cubi di gas al giorno. E secondo Okey nel delta del fiume Niger hanno causato epidemie di bronchiti negli adulti, e asma, nonché seri problemi alla vista, ai bambini. Ma gli studi non confermano ancora nulla: i 250 agenti chimici tossici dispersi nell’aria sfuggono alla cattura.

La Gates Foundation, però, non sfugge alla realtà finanziaria. Secondo l’ LA Times , i suoi investimenti in ENI, Royal Dutch Shell, Exxon Mobil, Chevron e France Total ammontano a circa 423 milioni di dollari. Tutte aziende presenti nel Delta del Niger e responsabili – secondo numerosi attivisti – di contaminazioni ambientali che in Europa, ma neanche nei più permissivi Stati Uniti, non sarebbero tollerate .

Alla fine del 2005 la Gates Foundation vantava un capitale di 35 miliardi di dollari . Nel giugno scorso il finanziere Warren E. Buffett ha promesso una donazione di 31 miliardi di dollari, senza contare le ulteriori decine di miliardi di dollari che Gates depositerà quando andrà in pensione. Insomma, la Fondazione è un gigante filantropico che ogni anno sborsa almeno il 5% del suo patrimonio per sostenere iniziative umanitarie – ed evitare il pagamento di un bel po’ di tasse. Un “risparmio” che, sempre nel 2005, ha sfiorato gli 1,4 miliardi di dollari. Niente di male fin qui: il sistema statunitense prevede un “patto” col Fisco che, negli anni, ha alimentato il fiorire di enti benefici e caritatevoli.

La questione che ha preoccupato però i giornalisti del Times è che il restante 95% della torta è gestito dalla Bill Gates Investments – il portafoglio personale di zio Bill. “I manager addetti agli investimenti hanno un solo obiettivo: ritorni che permettano il continuo sostegno della Fondazione”, ha spiegato Monica Harrington, senior policy officer della Fondazione. Il portfolio è diversificato, ma pare che non vi siano direttive specifiche. Il Times sostiene che la Gates Foundation ha partecipazioni in molte aziende che non osservano policy “etiche” , e che quindi non si preoccupano delle discriminazioni sul lavoro, dei diritti dei lavoratori e anche degli effetti ambientali del loro operato.

Nel dettaglio, il Times avrebbe scoperto che la Gates Foundation ha investito nelle peggiori aziende inquinanti del Nord America, come ad esempio la ConocoPhillips, la Dow Chemical e la Tyco International. Contemporaneamente, è stato rilevato che sono state sostenute finanziariamente anche le compagnie farmaceutiche che mantengono alti i prezzi delle medicine per i malati di AIDS – gli stessi che poi la Fondazione cerca di aiutare. Il 41% dell’asset sarebbe stato investito, nel tempo, in aziende che “remano contro” il progetto ideale del mondo etico. Ben 8,7 miliardi di dollari nelle tasche di chi inquina… per poi ritornare sui propri passi per ripulire l’ambiente o salvare le persone.

“Si tratta di un segreto sporco di molte organizzazioni filantropiche”, ha spiegato Paul Hawken, direttore del Natural Capital Institute , società di consulenza specializzata nel segmento Equo. “Le Fondazioni donano ad organizzazioni che cercano di salvare il futuro, ma con i loro investimenti non fanno altro che alimentare il problema”.

Secondo Douglas Bauer, vice presidente del Rockefeller Philanthropy Advisors , il gruppo non profit che assiste la Fondazione omonima sulla policy e nelle valutazioni etiche dei progetti, gli investimenti miopi sono una realtà pericolosa.

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Pubblicato il
9 gen 2007
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