La miniaturizzazione delle cam

La miniaturizzazione delle cam

Philips sostiene di aver realizzato chip di dimensioni ridottissime capaci di sostituire gran parte dei componenti delle cam digitali. L'obiettivo è nella microdimensione
Philips sostiene di aver realizzato chip di dimensioni ridottissime capaci di sostituire gran parte dei componenti delle cam digitali. L'obiettivo è nella microdimensione


Web (internet) – Un piccolo chip pensato per integrare al suo interno una serie di funzionalità delle videocamere, capace di ridurre notevolmente la richiesta di energia e di consentire la produzione di cam digitali talmente piccole da poter essere inserite nella montatura di un paio di occhiali.

Questo il senso del marchingegno sviluppato da Philips Semiconductor che, sebbene possa essere utilizzato per una varietà di device, è specificamente pensato proprio per le videocamere digitali. Secondo Philips, un produttore può rimpiazzare una serie di sensori di immagine e gran parte dei circuiti integrati con il nuovo chip, ottenendo come risultato una microcamera più economica che richiede meno energia di quelle attuali.

Il sistema Philips si chiama SeeMOS, lavora a 3.3 volt, contro i 15 volt tradizionalmente richiesti dai sistemi basati su tecnologie CCD (Charge Coupled Device). E secondo Philips, i prodotti che ne risulteranno potranno essere “non più grossi di una matita e non più lunghi di un centimetro”.

Anche sul piano qualitativo pare che il chippetto Philips non sia “indietro” visto che supporta risoluzioni da 640×480 pixel.

Naturalmente le prime applicazioni a cui si è pensato sono quelle delle cam utilizzate per la sorveglianza medica e in generale per i sistemi di sicurezza. Ma le dimensioni sono ottimali anche per l’uso con i device mobili, dai portatili fino ai telefonini.

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Pubblicato il
10 mar 2000
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