Mountain View (USA) – Un problema piuttosto imbarazzante quello che all’inizio della settimana ha interessato Google Base . Per alcune ore, infatti, il neonato servizio di Google ha “perso il controllo” sui contenuti a luce rossa presenti nel proprio archivio, lasciandosi sfuggire testi e foto anche molto espliciti.
Le policy di Google Base prevedono la possibilità di inserire nel database contenuti per adulti, ma normalmente le inserzioni più “piccanti”, e soprattutto le immagini che le corredano, vengono filtrate dalla funzione SafeSearch : questa può essere configurata nella sezione Preferences del servizio e, di default, è impostata su livello “moderate”. Per un problema tecnico, lo scorso martedì questo filtro ha smesso di funzionare svelando a tutti un underground pornografico di proporzioni inaspettate, soprattutto se si considera che il servizio ha poco più di una settimana di vita.
Un portavoce americano di Google ha spiegato che il problema “è stato risolto velocemente”, mancando tuttavia di fornire dettagli sulla sua durata e natura.
Ma Google non sembra essersi limitata a sistemare il bug. C’è infatti chi fa notare come le ricerche relative ai materiali pornografici, rispetto a pochi giorni fa, forniscano un numero assai minore di risultati. Ad esempio, News.com afferma che lo scorso martedì la ricerca della parola chiave “xxx” vomitava oltre 14.000 link: oggi, con la funzione SafeSearch disattivata, la stessa ricerca genera meno di 500 risultati. Evidentemente la società di Mountain View ha voluto rispondere alle critiche di chi, dopo la gaffe di pochi giorni fa, già marchiava Base come “il quartiere a luci rosse di Google”.
Attualmente Google Base si trova ancora in fase di beta testing, tuttavia il suo archivio contiene già milioni di inserzioni: tra queste vi sono annunci di compravendita, pubblicità, articoli, blog, recensioni, fumetti ed altro ancora.