Roma – Anche attraverso la RAI verrà veicolata la formazione informatica per gli italiani. Questa l’idea portata avanti dal Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione, in collaborazione tra il presidente del Comitato, Lucio Stanca, e il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri.
Durante il primo anno di attività il target dell’alfabetizzazione riguarderà casalinghe e anziani , seguendo lo stesso spunto che generò la nota trasmissione degli anni ’60 “Non è mai troppo tardi”.
Lucio Stanca ha dichiarato a proposito: “Seppure gli ‘utentì di tecnologie on line siano attualmente oltre 14 milioni, a fronte dei 9,4 milioni del 2000, resta sempre uno ‘zoccolo duro’ di esclusi, ossia di cittadini che non si avvicinano ad Internet perché non lo conoscono o non hanno sufficiente familiarità con esso. Non solo, ma l’offerta di servizi pubblici on-line nel Sud Italia è nettamente inferiore rispetto al resto del Paese”.
Il progetto di alfabetizzazione prevede ora la stipula di una convenzione con la RAI per fare in modo di proporre l’informatica nelle trasmissioni generaliste. La formazione sfrutterà inoltre un canale satellitare tematico e un sito dedicato.
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Ma dai....
....questo nel 2000. E come mai non mi mostrano la situazione del 2001 e del 2002, senza voler arrivare al 2003?Inoltre il PIL/addetto e' basso per due ragioni fondamentali:(1) Le paghe sono piu' basse (e non di poco).(2) In Italia si custumizza, si fa manutenzione, ma non esiste un'industria del software. Qualcuno di voi conosce un prodotto italiano con un largo mercato internazionale?AnonimoRe: Ma dai....
- Scritto da: Anonimo> (1) Le paghe sono piu' basse (e non di poco).esatto> (2) In Italia si custumizza, si fa> manutenzione, ma non esiste un'industria del> software.in compenso lo strato middleware va alla grande.che motivo ci sta a costruire dei software gestionaliper la massa quando puoi essere partner di qualche marchiogia bello che consolidato ? l'industria del software consumer è vista da tutti i tecnicicome una specie di inferno fortuna che non ci sta :) > Qualcuno di voi conosce un> prodotto italiano con un largo mercato> internazionale? ragazzo guarda che viviamo nel burundi che fai sfotti ?AnonimoRe: Ma dai....
- Scritto da: Anonimo> Qualcuno di voi conosce un> prodotto italiano con un largo mercato> internazionale? Nel settore petrolchimico i software più diffusi sono prodotti da aziende italiane ed italoamericane, per esempio. Anche il software di bordo di un buon 30% del mercato satellitare ed aerospaziale è made in italy... non so se questo sia "largo mercato" ma è un OTTIMO mercato. E le paghe NON sono poi così basse... 8)AnonimoRe: Ma dai....
Vero!Peccato che dall'indagine Eurostat mancano i dati relativi alla Germania.....andate e vedere le tabelle.....AnonimoRe: Ma dai.... (un po' di realismo)
Hai mai provato a chiedere dati statistici ai *tutti* i governi europei? Certi si rifiutano di fornirli, a seconda dell'argomento, altri te li danno con anche 5 anni di ritardo... ringrazia di avere quelli del 2000...AnonimoAh beh !
Allora l'Italia ospita il 20% delle imprese ICT europee ma contribuisce per poco meno del 10% al PIL europeo del settore, producendo poco meno di 62.000 euro procapite !Andiamo bene... :PAnonimoRe: Ma dai....
> Nel settore petrolchimico i software più> diffusi sono prodotti da aziende italiane ed> italoamericane, per esempio.Il software in tale settore e' monopolizzato da una societa' statunitense che copre oltre il 90% dell'installato.> Anche il software di bordo di un buon 30% del mercato> satellitare ed aerospaziale è made in> italy... non so se questo sia "largo> mercato" ma è un OTTIMO mercato. E le paghe> NON sono poi così basse... 8)Questo non lo so, ma me lo auguro.Il problema e' che qua in Italia si preferisce importare software piuttosto che svilupparne di nuovo. Un vero peccato, perche' abbiamo programmatori che il mondo ci invidia.AnonimoRe: Ma dai....
- Scritto da: Anonimo> > Nel settore petrolchimico i software più> > diffusi sono prodotti da aziende italiane> > italoamericane, per esempio.> Il software in tale settore e' monopolizzato> da una societa' statunitense che copre oltre> il 90% dell'installato....che guardacaso ha "comprato" 4 o 5 aziendine hi-tech italiane, appunto. Merging, fusione per incorporazione, acquisto di pacchetti azionari, opzioni o contratti ventennali... la forma poco importa, la sostanza è che sono venuti a cercare i programmatori ed il know-how proprio qui.> Il problema e' che qua in Italia si> preferisce importare software piuttosto che> svilupparne di nuovo. Un vero peccato,> perche' abbiamo programmatori che il mondo> ci invidia.Questo è vero, soprattutto in realtà poco conosciute e che hanno pochissimo a che vedere col mercato di massa. Penso all'embedded critico, al controllo industriale avanzato, all'aerospaziale e automotive, lì abbiamo gente con i controcoglioni icosaedrici, da SSI alle varie aziende private di nicchia (molte delle quali finiscono spesso in mano a tedeschi e olandesi, tra l'altro). Anche molti ricercatori accademici sono a dei livelli veramente notevoli.Probabilmente il punto sta proprio lì: gli sviluppatori, analisti, designer più capaci (e ci vuol poco a tracciare un quadro veloce di queste professionalità, come sanno bene gli headhunters) rifuggono come la peste certi mercati, linguaggi, applicazioni perché li considerano dequalificanti e non si riconoscono neanche lontanamente nelle tariffe correnti. Penso sia questo il punto principale degli indicatori di quella ricerca, che poi alla fine conferma cose già note.AnonimoSIAMO NEL 2003!!!!
E fornite dati relativi al 2000?????AnonimoGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 27 ago 2003Ti potrebbe interessare