La Rete è dentro di te (ed è standard)

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Frequenze e protocolli unici per far funzionare protesi, sensori, impianti biotech. Per strappare al proprietario e al fai-da-te il futuro cyborg
Frequenze e protocolli unici per far funzionare protesi, sensori, impianti biotech. Per strappare al proprietario e al fai-da-te il futuro cyborg

Il prestigioso Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) ha annunciato la messa a punto di un nuovo standard di comunicazione wireless per la “body area networking”, pensato in sostanza per favorire l’impiego di questo genere di tecnologia sopra (e dentro) il corpo umano.

Nato da un lungo e faticoso lavoro di messa a punto durato cinque anni, lo standard 802.15.6 è specificatamente pensato per trasmettere un massimo di 10 megabit per secondo a una distanza di tre metri: il dettaglio di operare in prossimità o anche all’interno del corpo umano viene preso debitamente in considerazione .

Lo standard 15.6 nasce come sostituto ideale dei sistemi di comunicazione radio proprietari e non-standardizzati sin qui adoperati da protesi e sensori, e dovrebbe servire da viatico per la nascita di una nuova industria di impianti per la misurazione dello stress da attività sportiva, trasmissione di informazioni visive digitali ad alta banda per gli impianti retinici e tutto quanto vi è nel mezzo.

Anche se il nuovo canale di comunicazione senza fili è in grado di far funzionare i tradizionali protocolli TCP/IP di Internet, gli esperti dell’IEEE si aspettano che i produttori di protesi e affini realizzino protocolli di trasferimento ad-hoc.

Per quanto riguarda la regolamentazione da parte delle autorità (statunitensi), infine, la Federal Communications Commission (FCC) stà già pianificando l’allocazione di una porzione dello spettro elettromagnetico per le future applicazioni body area networking .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 24 mag 2012
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