Destano sempre più interesse gli UAV , acronimo di Unmanned Aerial Vehicle , ovvero veicoli in grado di volare anche senza l’ausilio di un pilota. La Russia ha deciso di non essere da meno rispetto alle altre nazioni, e ha deciso di schierare nel suo armamento bellico Pchela-1 : il primo drone volante russo.
Il velivolo, lanciato da un apposito carro-fionda, può raggiungere un’altitudine di circa 2,5km ed una velocità di quasi 180km/h. Comandato da terra, può anche essere programmato per una ricognizione automatica: nonostante il minaccioso aspetto, l’ape – questo il significato del suo nome – ha come scopo principale quello di sorvegliare la situazione dall’alto, grazie anche alla potente telecamera di cui è dotato . Subito pronto all’uso, con un tempo di preparazione al lancio stimato intorno ai 20 minuti, il dispositivo è dotato di un’autonomia pari a 2 ore di volo ininterrotto.
A differenza di altri droni dotati di ruote per l’atterraggio, una volta conclusa la missione, dal retro del dispositivo si apre un paracadute che garantisce una diretta, ma tranquilla, discesa a terra.
Pchela-1, comunque, sembra essere destinato ad avere presto nuove compagnie: stando a quanto dichiarato non molto tempo fa dal Generale Nikolai Makarov, commissario del ministero della Difesa presso il Parlamento russo, “nel giro di 2 o 3 anni la Russia comprerà altri UAV e lo farà molto probabilmente da Israele”.
Un grossista tutt’altro che casuale, dal momento che il paese mediorientale è da tempo sulla cresta dell’onda della sperimentazione robotica applicata in campo militare: basti pensare ai calabroni robotici che tanto hanno fatto parlare di sè negli ultimi anni. Inoltre, ironia della sorte, parrebbe che lo UAV georgiano abbattuto lo scorso aprile da un aereo da guerra russo sia stato prodotto proprio in Israele.