La Russia investe sulla Stazione Spaziale

La Russia investe sulla Stazione Spaziale

Roscosmos riprende ad assemblare la sua parte della ISS. Mentre pensa al futuro prossimo e a quello meno immediato delle esplorazioni spaziali
Roscosmos riprende ad assemblare la sua parte della ISS. Mentre pensa al futuro prossimo e a quello meno immediato delle esplorazioni spaziali

Mettendo fine a uno moratoria che durava da quasi dieci anni, l’agenzia spaziale russa ha nei giorni scorsi spedito in orbita un nuovo modulo per la Stazione Spaziale Internazionale . La componente “rossa” di ISS si fa sempre più importante anche in visione di un’eventuale installazione deprivata del supporto americano e di quel che viene “dopo”: la Luna, Marte e oltre.

Il razzo vettore partito dal cosmodromo Baikonur in Kazakhstan ha lanciato nello spazio il modulo Mini-Research Module-2 (MIM-2), replica di un modulo già installato sulla stazione nel 2001 e parte di una triade di componenti dalla lunga durata che Roscosmos intende predisporre nel giro dei prossimi tre anni.

Dopo MIM-2 la Russia spedirà sulla ISS MIM-1, componente che è attualmente al vaglio degli ingegneri prima del trasporto verso Cape Canaveral e il lancio vero e proprio a bordo dello Shuttle che partirà il prossimo maggio. La funzione primaria dei moduli è quella della ricerca scientifica, con il compito accessorio ma niente affatto secondario di fornire altri 4 dock alla ISS per l’attracco di altrettante capsule Soyuz.

Si tratta di un esigenza vitale visto il raddoppio del personale abitante sulla stazione avvenuto quest’anno (da 3 a 6) col relativo paventato aumento di traffici e cargo dalla Terra, per non parlare del già programmato ritiro dello Shuttle e di situazioni al limite dell’allarme rosso – dove è richiesta la disponibilità immediata di capsule di fuga – come quelle provocate dai sempre più frequenti detriti spaziali che affollano l’atmosfera terrestre.

L’altro modulo che Roscosmos paventa di installare (questa volta all’inizio del 2012) è MLM (Multi-Purpose Module), elemento che porterà sulla stazione un braccio robotico estensibile di 11 metri di produzione europea pensato per fornire supporto alle future operazioni di assemblaggio nella parte russa dell’installazione.

Ma i tre nuovi moduli della ISS potrebbero anche avere un ruolo alternativo alla stazione attuale, con la paventata possibilità di convertirli nel nucleo centrale di un nuovo avamposto in funzione di esplorazioni umane del Sistema Solare. Una visione sposata anche dai responsabili dell’agenzia spaziale europea ESA, che descrivono piani di studio su come procedere con le attività spaziali dopo il 2025.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 nov 2009
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