Roma – La tastiera del computer finisce ancora una volta al centro dell’attenzione e non per le sue qualità di “interfaccia hardware” con una macchina sofisticata ma per il suo ruolo di compagna di milioni e milioni di utenti. Un ruolo che porta con sé sporcizia e batteri.
Ad affermare che la tastiera dev’essere guardata con un a certa attenzione è uno studio pubblicato in Arizona da docenti dell’Università locale. Secondo costoro, la tastiera è un oggetto molto più pericoloso sul piano batteriologico di quanto possa essere la tavoletta del gabinetto di un bagno pubblico. Il numero di batteri sulle keyboard supererebbe di 400 volte quello di una tavoletta.
Sebbene in un ufficio è il telefono, anche quello cellulare, a rappresentare un elemento di sporcizia tradizionalmente colmo di batteri, la tastiera stando allo studio non ha paragoni.
Va detto che i risultati della ricerca, voluta da un’azienda produttrice di prodotti per la pulizia, sono stati basati sull’analisi di 7mila diversi oggetti utilizzati negli uffici.
A conclusioni simili era giunta a settembre 2000 anche la divisione britannica di America Online.
Secondo AOL UK ogni anno nelle tastiere britanniche si depositerebbe sporcizia per più di 300 quintali. L’azienda aveva rilevato per un mese la “produzione” di un ufficio londinese. Mettendo in luce che gran parte dei “rifiuti” che si accumulano nella tastiera sotto i tasti deriva da snack, crackers, merendine che gli impiegati mangiano e sgranocchiano durante il lavoro. Una percentuale molto minore di “elementi” contiene invece capelli, ciglia e polvere di pelle.
In particolare, nell’ufficio monitorato da AOL UK erano stati trovati: Corn Flakes (15 per cento); caramelle (15 per cento); spaghetti (7 per cento) e vegetali (4 per cento). Percentuali dell’1 per cento, invece, comprendevano: foglie, rivestimenti di matite, punti per spillatrice, scotch, insetti, lamine, capelli. Le microparticelle recuperate, analizzate da un laboratorio scientifico, avrebbero evidenziato resti di pane, cereali, cioccolatini.
Una stima dell’azienda parlava di 300 quintali l’anno di sporcizia da tastiera prodotti in Gran Bretagna.