Amsterdam – Calma e gesso. Questo è in sintesi il messaggio che il Consiglio della Salute pubblica olandese ha voluto lanciare ieri dopo aver analizzato nei dettagli lo studio presentato l’anno scorso dall’istituto di ricerca TNO sui possibili effetti dannosi della telefonia mobile di terza generazione.
Il Consiglio ha apprezzato le modalità con cui la ricerca è stata condotta ma nega che questa ponga l’evidenza di una responsabilità dell’UMTS e dei ripetitori per la telefonia mobile di terza generazione in una serie di disturbi e neuropatie segnalate da TNO. In particolare, come si ricorderà, TNO aveva sostenuto che alcuni soggetti esposti avevano sviluppato nausee e malditesta ma anche rafforzamento della memoria e di alcune funzionalità cognitive .
Secondo il Consiglio, le indicazioni fornite dallo studio non sono sufficienti a stabilire una relazione diretta causa-effetto e dovrebbero essere integrate con ulteriori analisi per poter essere prese in considerazione.
In questo senso il Consiglio stesso ha deciso di muoversi, chiedendo che vengano effettuate nuove ricerche da scienziati non collegati a TNO, capaci però di riprodurre esattamente le condizioni sotto le quali si sono svolte le analisi TNO.
La scelta di approfondire le ricerche viene accolta con scetticismo dall’industria che già l’anno scorso aveva espresso dubbi sui risultati TNO. In particolare la GSM Association ed Ericsson avevano gettato acqua sul fuoco spiegando che non si poteva parlare certo di risultati definitivi. Allo stato, ha ripetuto ora Ericsson, uno dei maggiori player del settore, non ci sono indicazioni scientifiche di sorta su possibili effetti collaterali dell’uso del telefonino o della vicinanza ai ripetitori della telefonia mobile, sia essa di seconda o di terza generazione.