La TV a pedali? E' una rivoluzione

La TV a pedali? E' una rivoluzione

Il progetto ideato all'ITIS G. Vellauri di Roma viene premiato con il BMW Clean Energy Award: non solo porta al risparmio energetico, mette anche in moto muscoli, cervello e solidarietà. Al centro, le tessere energetiche
Il progetto ideato all'ITIS G. Vellauri di Roma viene premiato con il BMW Clean Energy Award: non solo porta al risparmio energetico, mette anche in moto muscoli, cervello e solidarietà. Al centro, le tessere energetiche

Piovono premi su un progetto ideato dalla IV F dell’ITIS “G. Vellauri” di Roma, uno di quei progetti che apre gli occhi e mette in moto i muscoli: la tv a pedali è stata insignita, nella capitale, del BMW Clean Energy Award nell’ambito degli eventi H2roma per la mobilità sostenibile e le questioni energetiche.

Gli alunni coordinati da Oscar Santilli, docente referente del progetto, hanno lavorato per promuovere nei giovani la consapevolezza dell’importanza delle questioni energetiche e ambientali. “Tale consapevolezza – spiegano – si riferisce soprattutto alla produzione e al consumo dell’energia”.

La tv a pedali

Come raggiungere questo obiettivo? La soluzione è, appunto, la tv a pedali . Non un oggetto, non solo evidentemente, ma una prospettiva . “Si prevede – spiega Santilli – uno scenario normativo che prescrive l’obbligo per i giovani di guardare la tv utilizzando esclusivamente l’energia elettrica prodotta dalla trasformazione dell’energia meccanica delle pedalate”.

Le tessere energetiche
Sebbene siano evidenti i benefici di una vita senza televisione, sembrano dire i ragazzi della IV F, se proprio la si deve guardare è meglio farlo pedalando. Per permettere di guardare la televisione senza pedalare, “ovvero in tempi non sincronici ma in differita” specificano gli autori del progetto, prima si è pensato all’utilizzo di pile e poi è arrivato il colpo di genio: “l’energia elettrica prodotta viene ceduta alla rete”.

Le tessere “La consegna – spiega Santilli – viene certificata da una scheda con memoria che registra il credito energetico spendibile successivamente, logicamente solo per guardare la tv. Per premiare la produzione virtuosa dell’energia, il gestore della rete riconsegna una quantità superiore a quella ceduta”. L’idea è che l’energia ceduta venga pagata circa 2,5 volte il prezzo di quella consumata. “Sono stati finanziati i decoder digitali perché non si può finanziare la tv a pedali?”, propone Santilli.

Siamo quindi dinanzi ad una tessera ricaricabile che ha davanti a sé un unico ostacolo. Spiega Santilli: “Sulla questione della legittimità del mercato dei crediti energetici, così come per il mercato delle quote inquinamento del trattato di Kyoto, non si è pervenuti ad un accordo”.

Come se non bastasse, il progetto pensa anche a chi non può pedalare . Il gestore della rete deve trattenere una percentuale, diciamo del 10 per cento, sull’energia prodotta, energia che può essere poi “dirottata” sui televisori dei ragazzi che non possono pedalare.

“Gli scenari e gli sviluppi sono numerosi – continua Santilli – Per citarne solo due: il miglioramento dei programmi tv e della tonicità muscolare. Di fatto, si crea una sorta di metafora della convivenza sociale dove ciascuno vive momenti d’individualità e di socializzazione e il valore del credito energetico si fonda sulla consapevolezza maturata sulla propria esperienza diretta e non mediata. È chiaro che la tv a pedali non risolve il problema energetico ma può innescare individualmente i comportamenti virtuosi e consapevoli necessari per la soluzione dei problemi ambientali”.

La tv a pedali

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Pubblicato il 9 nov 2007
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