È la vita artificiale

È la vita artificiale

Genoma creato al computer, trapiantato in una cellula vivente. Il risultato di anni di studi e ricerca, di un team guidato da Craig Venter. Soddisfazione nel mondo scientifico, ma anche attenzione ai risvolti etici
Genoma creato al computer, trapiantato in una cellula vivente. Il risultato di anni di studi e ricerca, di un team guidato da Craig Venter. Soddisfazione nel mondo scientifico, ma anche attenzione ai risvolti etici

Dietro il nome di Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0 c’è un invenzione che potrebbe rivoluzionare la biologia: si tratta di una cellula sintetica realizzata da un team di 25 ricercatori diretti da J. Craig Venter, scienziato famoso per aver creato il primo cromosoma artificiale nonché capo dell’equipe che ha decodificato il genoma umano .

I lavoro realizzato nei laboratori di San Diego è consistito nel prendere un batterio della specie Mycoplasma Capricolum rimpiazzandone successivamente il genoma originale con uno codificato al computer, che di fatto lo ha trasformato in una variante della stessa specie, la Mycoplasma Mycoides , assemblando centinaia di migliaia di basi di adenina, guanina, citosina e timina, in una sequenza di DNA differente da quella che aveva originato il microorganismo.

Le fasi di lavorazione sono state finanziate per gran parte dall stesso Venter in quanto CEO di Synthetic Genomics , e con 40 milioni di dollari gli scienziati hanno ottenuto una cellula sintetica capace di riprodursi e sulla quale con ogni probabilità si accenderà un dibattito senza precedenti nella comunità scientifica. Venter ha però precisato che si tratta di una cellula da laboratorio, e che non è prevista al momento nessuna prova che coinvolga l’utilizzo di esseri umani.

Le prime reazioni provenienti sia dal mondo scientifico che politico sembrano essere in favore dell’opera di Venter: per George Church, docente di genetica a Harvard, si tratta di “una pietra miliare per la biologia per cui è valsa la pena spendere tempo e denaro”, mentre il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è rivolto alla Presidential Commission for the Study of Bioethical Issues chiedendo di “considerarne il potenziale medico, ambientale e altri benefici possibili ma anche i rischi e le precauzioni da adottare”.

Di diverso avviso è invece David Magnus, professore di pediatria presso lo Stanford Medical Center che in passato aveva collaborato con Venter, il quale pur ammettendo l’importanza dell’invenzione teme che uno strumento del genere in mani sbagliate possa produrre effetti devastanti .

“Un ulteriore segno dell’intelligenza, dono di Dio per conoscere meglio il creato e poterlo meglio ordinare” secondo il Cardinal Bagnasco, ex presidente della Pontificia Accademia per la Vita e ora presidente della CEI. Anche la Santa Sede ha fatto sapere tramite il portavoce ufficiale che “è necessario aspettare di saperne di più”. Stessa impressione espressa da monsignor Elio Sgreccia, attuale presidente della Pontificia Accademia per la Vita , il quale ha dichiarato che “è bene aspettare ulteriori notizie prima di giudicare” e che “bisogna vedere che cosa si vuole creare”.

Più che prepararsi a rispondere a domande riguardanti l’etica, Venter attualmente sembra più intenzionato a brevettare la sua invenzione come aveva già anticipato nel 2007 in occasione del primo trapianto di codice genetico da una cellula a una altra. Per assicurarsi la paternità dell’invenzione questa è stata resa infatti riconoscibile attraverso alcuni marchi indelebili, come i nomi dei ricercatori coinvolti nel progetto e alcune citazioni di James Joyce e altri scrittori.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
21 mag 2010
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