L'Accessibilità è 2.0

L'Accessibilità è 2.0

di Luca Spinelli - Il W3C annuncia l'imminente pubblicazione delle nuove linee guida sull'accessibilità per il Web, attese da quasi 10 anni. Punto Informatico ne offre una panoramica completa
di Luca Spinelli - Il W3C annuncia l'imminente pubblicazione delle nuove linee guida sull'accessibilità per il Web, attese da quasi 10 anni. Punto Informatico ne offre una panoramica completa

Cambridge – Prendono ufficialmente vita le WCAG 2.0 : ovvero la seconda attesissima versione delle linee guida sull’ accessibilità per il Web . L’annuncio lo ha dato lunedì scorso il World Wide Web Consortium dal proprio sito: pubblicazione definitiva entro la fine del 2008 e stato di ” Proposed Recommendation ” per l’ultima versione.

Il travaglio è stato lunghissimo: la prima bozza di queste nuove linee guida risale addirittura agli inizi del 2001. Da allora c’è chi le ha criticate , chi le ha mandate direttamente all’ inferno , e chi ne ha difeso gli intenti .

Le WCAG, fin dalla loro prima versione, hanno lo scopo di creare un Web mondiale realmente accessibile per qualsiasi fascia di utenza. Solo in Italia, per esempio, gli utenti di Internet affetti da una qualche disabilità sono stimati fra i 500 ai 650 mila . Ma il numero è in costante crescita ed esclude quell’ampia fascia di individui non propriamente disabili ma che godrebbe comunque di grandi vantaggi dall’uso di siti accessibili (persone con difficoltà di vista, con difficoltà a concentrarsi, facili a stancare gli occhi, anziani e così via).

Ma quali sono le novità delle nuove WCAG? A una prima analisi si capisce subito come il primo obiettivo del gruppo di lavoro del W3C non sia stato tanto quello di rivoluzionare le precedenti norme, quanto piuttosto quello di renderle interoperabili e completamente indipendenti dalla tecnologia utilizzata. In sostanza: non importa che il Web sia fatto di Firefox, IE, HTML, XHTML, Javascript o una qualsiasi altra tecnologia presente o futura, l’importante è che sia accessibile e che tale accessibilità sia misurabile senza troppe ambiguità.

Un tale livello di astrazione dalla tecnologia, però, porta ovviamente con sé non poche difficoltà. Soprattutto di sintesi e quindi di messa in pratica delle linee guida stesse.

Infatti, se leggendo le WCAG 1.0 anche un semplice webmaster aveva un’idea tecnica generale di come sviluppare le proprie pagine web, per fare lo stesso con le WCAG 2.0 dovrà consultare precisi ma molto prolissi documenti correlati. Di contro, con le nuove linee guida sarà possibile un livello di precisione maggiore, e una maggiore compatibilità. Ma scendiamo nello specifico.

I quattro principi, come rendere un sito conforme
Le WCAG 2.0 ruotano attorno a quattro principi fondamentali , rispettati i quali si può parlare di web accessibile.

1. Percepibilità – I contenuti e l’interfaccia devono essere presentati in modo che possano essere percepiti (con almeno uno dei sensi)
2. Operabilità – Le componenti devono essere funzionali. Ovvero non possono richiedere interazioni che l’utente non è in grado di compiere.
3. Comprensibilità – Le informazioni e l’interfaccia devono essere comprensibili
4. Robustezza – I contenuti devono essere abbastanza solidi e duraturi da rimanere accessibili ed interpretabili a prescindere dall’evoluzione della tecnologia e dei linguaggi.

Al di sotto di ciascun principio fondamentale vi sono le relative ” linee guida ” (12 in totale), che definiscono in modo descrittivo i principali obiettivi da soddisfare (per esempio: fornire testo alternativo per i contenuti non testuali, rendere indipendente la struttura dei contenuti dal layout, produrre contenuti semanticamente comprensibili, e così via).

Le 12 “linee guida” contengono a loro volta vari specifici ” criteri di successo “. Questi ultimi sono la vera chiave di volta: a ciascuno di essi è attribuito un livello di conformità (il noto sistema “A”, “AA”, “AAA” già in uso con le WCAG 1.0), e sono tutti verificabili tramite test (umano o automatico).

Di conseguenza: il livello minimo di conformità (Livello A) sarà attribuibile a quelle pagine web che soddisfano tutti i “criteri di successo” di livello A. Il livello AA, alle pagine web che soddisfano i criteri di livello A e AA. Il livello massimo (Livello AAA), alle pagine web che soddisfano i criteri di livello A, AA, e AAA.

Ai criteri di successo, infine, è anche associato un monumentale elenco di suggerimenti sulle tecniche utilizzabili, sul codice da scrivere, e così via. In questo modo, i webmaster avranno a disposizione un riferimento pratico sulle tecniche da utilizzare; riferimento ben distinto dai criteri più astratti, che diventano così – almeno potenzialmente – immutabili nel tempo. Tale elenco di suggerimenti è leggibile con più facilità grazie al documento personalizzabile ” How to meet WCAG 2.0 “, presente sul sito del W3C.

WCAG 1.0 vs WCAG 2.0, quali sono le differenze?
Innanzitutto una notizia che farà tirare un sospiro di sollievo a molti webmaster: buona parte dei siti internet già conformi con le WCAG 1.0 non avrà bisogno di cambiamenti significativi per essere conforme con le nuove linee guida. Come dicevamo in apertura, infatti, la principale differenza tra le WCAG 2.0 e le 1.0 sta nella maggiore interoperabilità e precisione delle nuove, e non in un cambiamento di filosofia.

Per quanto concerne gli aspetti tecnici, sul sito del W3C è disponibile una precisa ed ampia tabella di confronto tra i vecchi ” checkpoint ” delle WCAG 1.0 e i nuovi ” criteri di successo ” delle WCAG 2.0, che potrà essere utilizzata per verificare la conformità dei propri contenuti.

Dalla sua lettura si evincono anche alcune interessanti novità, come per esempio nella gestione dei Captcha , dei messaggi di errore, e così via.

I testi base delle WCAG 2.0
Per applicare le nuove linee guida sull’accessibilità è bene avere a portata di mano alcuni documenti principali.

In primis, ovviamente, il testo ufficiale ; accompagnandolo con i tre ” documenti di supporto “, fondamentali per capire davvero a fondo come applicare le nuove linee guida. Questi tre documenti sono così suddivisi:

1. How to Meet WCAG 2.0 – Un documento personalizzabile per la navigazione tra le linee guida, i criteri di successo, e le tecniche da utilizzare.
2. Understanding WCAG 2.0 – Un’approfondita guida per comprendere e applicare meglio le linee guida e i criteri di successo.
3. Techniques for WCAG 2.0 – Un’ampia raccolta di tecniche ed errori comuni, con descrizioni, esempi e test.

Infine la pagina ” Overview of WCAG 2.0 Documents “, fornisce un semplice riassunto facile e veloce da consultare dei vari documenti, presentando anche una comoda FAQ .

Il ruolo delle WCAG nel Web moderno
Il primo merito delle WCAG, la cui prima versione risale al 1999, è stato probabilmente quello di fare uscire dalle aule universitarie le discussioni sull’ accessibilità , fornendo uno strumento pratico e leggibile anche per gli utenti meno esperti.

Dalla loro pubblicazione, poi, le linee guida sull’accessibilità sono state prese a modello dalle principali istituzioni internazionali per la redazione di leggi, regolamenti e normative. Lo ha fatto l’ Unione Europea , lo ha fatto il Giappone così come l’Italia prendendo spunto per la redazione della nota Legge Stanca , che obbliga le amministrazioni pubbliche a produrre siti Internet fruibili a tutti. In seguito, anche i principali produttori di piattaforme e software hanno dovuto confrontarsi coi requisiti di accessibilità, così come lo hanno fatto alcuni progetti open source.

Tuttavia, considerando che i siti web realmente accessibili costituiscono ancora una minoranza nel web mondiale, i risultati pratici dell’applicazione delle WCAG non sono da tutti condivisi. Secondo alcuni, infatti si sarebbero dovuti ottenere risultati migliori.

Il progetto di fare delle nuove WCAG 2.0 dei requisiti teorici prima ancora che pratici, si pone quindi lo scopo di superare le carenze precedenti: è il primo passo per la definizione di linee guida realmente universali, applicabili a qualsiasi tecnologia e dispositivo.

Le linee guida previste per il prossimo dicembre – al cui sviluppo hanno lavorato anche alcuni italiani – puntano quindi a candidarsi come riferimento per lo sviluppo di applicazioni web.

Sarà il tempo a deciderne il successo.

Luca Spinelli
Membro della Società Italiana di Ergonomia

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Pubblicato il
6 nov 2008
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