L'alba della hug machine

L'alba della hug machine

Un rimedio antipanico, contro lo stress della vita moderna ma soprattutto pensato per dare conforto a chi soffre di specifiche patologie. Al via i collaudi
Un rimedio antipanico, contro lo stress della vita moderna ma soprattutto pensato per dare conforto a chi soffre di specifiche patologie. Al via i collaudi

Niente panico con il panciotto che ti abbraccia, una vera e propria “hug machine”: arriva dall’Università del Massachussets e si propone come efficace rimedio per dare un confortevole abbraccio agli autistici o a coloro che soffrono di attachi d’ansia. Niente roba da Postalmarket , la macchina è brevettata e se otterrà riscontri positivi potrebbe essere presto adottata da molte strutture specializzate.

L’idea è semplice ed efficace: sembra un classico piumino invernale, in realtà una giacca (vedi foto sotto) che si adatta bene al corpo del paziente e che, premendo un pulsante, si riempie di aria compressa e avvolge chi la indossa in una sorta di abbraccio. Il primo modello è stato realizzato in maniera spartana, assemblando alle maniche di una giacca alimentata a batterie un rivestimento interno fatto di piccole camere d’aria collegate ad una pompa pneumatica elettrica. Ciò la rende molto più comoda dei suoi predecessori, basati su un sistema di pesi, ora sostituiti dal meccanismo ad aria che, assicurano gli ideatori, aderisce meglio al corpo di chi la indossa e soprattutto è molto più leggero.

Il giubbotto abbracciatore A differenza dei suoi parenti più pesanti, della cui efficacia non vi sono prove, i creatori della hug machine vogliono fare le cose per bene: testeranno il prodotto su 60 persone, tra studenti e pazienti di psichiatri, e i risultati dei test verranno pubblicati.

Come si suol dire, questa nuova invenzione, “capita a fagiuolo”, poiché negli ospedali e nelle strutture specialistiche da tempo si tende ad usare sempre meno strumenti che limitino il movimento dei pazienti, quindi le aspettative intorno alla hug machine sono molte: “L’uso di sistemi che limitino la libertà di movimento dei pazienti e la semi-reclusione si son dimostrati metodi fallimentari nel tempo. Noi siamo disponibili e fiduciosi verso ogni nuovo metodo che apporti progresso e che dia benefici tangibili ai pazienti” – dichiara Toby Fishing, direttore del reparto del Massachusetts della National Alliance on Mental Illness .

In precedenza sono stati effettuati test per vedere come i pazienti reagissero all’uso di coperte pesanti in situazioni di forte stress emotivo. Brian Mullen, studente laureato, ha tentato di misurare l’ansia ed i suoi effetti simulando una delle situazioni che, a suo avviso, mettono più a dura prova i nervi di chi la vive: giudare in un tunnel nel traffico di Boston. I volontari sono stati quindi introdotti in un simulatore virtuale e, alla fine dell’esperienza, molti di loro hanno giudicato confortevoli e rassicuranti le coperte appesantite. Altri test sono stati effettuati al Cooley Dickinson Hospital, test dai quali è emerso che oltre il 76% dei pazienti apprezza l’ausilio delle coperte.

I test per il panciotto ad aria sono programmati per la fine del mese e, come i ricercatori utilizzeranno due metri di giudizio: un questionario cui i pazienti dovranno rispondere per verificare in quale situazione la hug machine si è rivelata confortevole e l’utilizzo di un lettore studiato per verificare le alterazioni fisiologiche a contatto della pelle, lo stesso già utilizzato nelle “macchine della verità”, per quantificare e giudicare la risposta fisiologica a tale supporto.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
16 ott 2006
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