Washington (USA) – La tormentata storia del voto dell’elettore americano all’estero potrebbe trovare una soluzione in internet. Questo è almeno quanto pensano i papaveri dello FVAP (Federal Voting Assistance Program), un’agenzia del ministero della Difesa americana che sta collaborando con una decina di stati federali per varare un sistema di voto che sia affidabile.
Le speranze sono che già per le elezioni del 2004 gli elettori americani all’estero possano votare via internet. Gli ostacoli per il varo di SERVE (Secure Electronic Registration and Voting Experiment) sono quelli di sempre, sicurezza in primis.
Il sistema così come viene descritto sembra peraltro fallibile: i funzionari preposti dei diversi stati useranno infatti SERVE per elaborare le richieste di voto provenienti dagli elettori, attraverso SERVE forniranno i dati di voto agli elettori e processeranno il loro voto “di risposta”. A quel punto, però, saranno i sistemi elettorali tradizionali a dover gestire e contare il voto elettronico.
Un’idea più precisa ce la si può fare anche sul sito dedicato del Governo statunitense: www.serveusa.gov .
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Che cazzata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
eparate gli ombrelli che tra poco grandina e nevica!!!!!!!!!AnonimoIncrociamo le dita
mi sembra che possiamo dargli fiducia ma non sono convinto di una cosa: se la tecnologia consente di creare questi database come possiamo essere _sicuri_ che domani non verranno utilizzati per altri scopi?AnonimoRe: Incrociamo le dita
- Scritto da: Anonimo> mi sembra che possiamo dargli fiducia ma non> sono convinto di una cosa: se la tecnologia> consente di creare questi database come> possiamo essere _sicuri_ che domani non> verranno utilizzati per altri scopi?Io non ho fiducia in Stanca, mi pare il classico politico (anche se è un tecnico, ex ibm) che mira a tranquillizzare: tutto bene, tutto a posto, avanti così.A me non sta bene, prima di tutto perché la realtà non è tutta rosa, ci sono dei lati scuri che il ministro non ha accennato e di cui non intende occuparsi.Due cose mi stanno a cuore in questo momento, il primo è la facilità e il mercato degli indirizzi email, è facile accumularli, li si vendono illegalmente in cd-rom e vengono utilizzati.La seconda cosa sono i dati che le carte di fidelizzazione/profilazione rilasciate dai supermercati, permettono di essere accumulati. Esiste un interesse molto elevato nel profilare i consumatori con tanto di sconti rilevanti a chi si fa catalogare.A cosa possono servire questi dati? Per esempio si può capire se si tratta di un uomo o di una donna che fa abitualmente la spesa con quella carta, la religione, se è ricco o povero e il suo tenore di vita e tante altre cose. Poi associata alla carta ci sono i dati della famiglia che in alcuni casi debbano essere accompagnati da un documento del comune, ma se anche fossero falsi dagli acquisti fatti si può capire molto, persino il livello di istruzione della famiglia.In questo modo i grossi supermercati presenti a livello nazionale hanno già catalogato gran parte della popolazione italiana o di quella che si è fatta la tessera di almeno un supermercato. A questo punto la gente è schedata, si aspetta solo che ci sia chi offre abbastanza soldi per questi dati. Per esempio il progetto Echelon potrebbe essere integrato con un premio in denaro per queste profilazioni, di dipendenti infedeli se ne trovano ovunque e quindi per il sistema di spionaggio usa sarebbe un avanzamento notevole. Ovviamente il governo italiano sarebbe impotente e forse anche sotteraneamente collusivo con i progetti americani.kensanRe: Incrociamo le dita
- Scritto da: Anonimo> mi sembra che possiamo dargli fiducia ma non> sono convinto di una cosa: se la tecnologia> consente di creare questi database come> possiamo essere _sicuri_ che domani non> verranno utilizzati per altri scopi?:-D:-D:-D:-D:-D YA TOLD THAT, BROTHA! YO!! :-D:-D:-Duccio2se lo dice lui.....
... c'è da stare tranquilli.... o no?AnonimoGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 24 lug 2003Ti potrebbe interessare