Roma – Mi trovo ancora una volta a non capire e non sto parlando della guerra in Iraq, dell’intervento militare occidentale in quel paese sul quale non voglio ora commentare, ma sul modo in cui viene gestita l’informazione web da parte delle uniche autorità irachene, ossia dagli americani.
Lo sconcerto nasce da qui : è la pagina dei bollettini settimanali che fino a qualche giorno fa venivano offerti su internet dalle autorità in relazione all’argomento più caldo del momento: la sicurezza .
Ora, con una trovata lessicale da mezz’euro, viene pubblicata bene in evidenza in quella pagina una sola frase: Per ragioni di sicurezza non ci sono informazioni sulla sicurezza
Chi si trova oggi in Iraq fa affidamento su internet per molti motivi. E non sto parlando degli iracheni, la maggioranza dei quali ha senz’altro cose più urgenti a cui pensare, ma di tutti coloro che in Iraq a qualsiasi titolo ci lavorano .
Internet è, per questi ultimi, un mezzo di informazione più accessibile di altri, l’email consente di mantenere attivi canali di comunicazione non solo con l’Occidente ma anche con il resto del mondo e il sito ufficiale dell’autorità americana è un nodo obbligato , perché offre parecchie informazioni su quello che accade in Iraq, in particolare sui progetti in corso, sui vari regolamenti imposti nei diversi territori, sul personale occidentale (quello di cui si può parlare) e molto altro.
Ma ora quella scritta nera come un lutto è tutto ciò che si vuole fare sapere in materia di sicurezza. Una novità che arriva nei giorni più difficili dell’occupazione per la coalizione guidata dagli Stati Uniti e probabilmente non è un caso. Pure in una contingenza come questa, però, quella laconica frase non può che alimentare le illazioni che emergono inevitabili in assenza di informazione. Il punto, però, è che qui non solo c’è un mancato aggiornamento ma c’è qualcuno che palesa il fatto di non voler dare informazioni . La trasparenza della non-trasparenza, in pratica la negazione del web via web .
Non so sul piano strategico cosa questo significhi ma temo proprio che un tale modo di utilizzare il web, dando vita ad una sorta di zombie-web o anti-web , negando la natura informativa della rete, non possa che ritorcersi contro i suoi, a mio parere poco accorti, ispiratori.