Vientiane (Laos) – Prima dell’estate in Laos ha aperto i battenti il primo provider commerciale del paese, un’azienda che per la prima volta dopo laonet.net portava ai laotiani che se avessero potuto permetterselo l’accesso alla Rete (leggi anche il commento lasciato da un italiano in Laos).
Nonostante la censura di Stato e il pesante controllo sui contenuti, l’arrivo della Rete poteva essere salutato come una svolta epocale. Una svolta “eccessiva”, pare, visto quanto sta accadendo proprio in questi giorni. Il governo della Repubblica Democratica del Popolo del Laos ha pubblicato un decreto che mette in guardia gli utenti Internet avvertendo che certi comportamenti e certe pubblicazioni non saranno tollerate a lungo. Come sempre nel linguaggio della semi-dittatura tanto ciò che è vietato quanto le sanzioni rimangono nel vago.
Ma nella nota si legge che chi viola queste “regole” potrà essere multato, espulso, rieducato, incarcerato.. Tra le attività illegali, secondo la lista fornita dal “Comitato nazionale per la gestione di Internet”, l’incitamento alle manifestazioni di protesta contro il governo, il furto di dati, l’uso o la diffusione di pornografia, la pubblicazione di segreti nazionali o la violazione del copyright.
Il linguaggio a proposito di ciò che è vietato è questo: “Mentire, omettere o incitare chi vive dentro o fuori di questo paese a protestare contro il Partito Rivoluzionario del Laos e il Governo della Repubblica democratica del Popolo, o distruggere la pace, l’indipendenza, la democrazia, l’unità e la prosperità della repubblica laotiana”.