Laptop perduti qua e là, un'emorragia infinita

Laptop perduti qua e là, un'emorragia infinita

Numeri da capogiro per un problema che aumenta e costringe le società IT a fare i conti con i rischi della diffusione indesiderata di dati sensibili
Numeri da capogiro per un problema che aumenta e costringe le società IT a fare i conti con i rischi della diffusione indesiderata di dati sensibili

Dodicimila laptop perduti negli aeroporti statunitensi, ogni settimana . Sono questi alcuni dei numeri più rilevanti che emergono da uno studio di Dell e Ponemon Institute , secondo il quale l’utenza business è talmente indaffarata e gravata durante le operazioni di check-in da “dimenticare” quello che per molti pure costituisce lo strumento di lavoro più importante.

portatili smarriti Lo studio prende in considerazione 106 diversi aeroporti sparsi sul territorio statunitense, con risultati statistici basati sulle interviste a 800 viaggiatori business. Dei 600mila portatili persi annualmente durante l’imbarco, solo il 30% viene poi recuperato dai legittimi possessori. E quel che è peggio, è che il 50% degli intervistati confessa di aver perso, assieme al PC, anche dati sensibili degli utenti e informazioni aziendali che si vorrebbero al sicuro e non certo a spasso in giro per i magazzini dell’aeroporto.

Il luogo peggiore dove imbarcarsi con un portatile è l’aeroporto LAX di Los Angeles: gli addetti avrebbero a che fare con 1.200 computer persi ogni settimana . La pratica comune vuole che i dispositivi vengano tenuti in custodia per un certo periodo di tempo, e infine distrutti qualora nessuno li vada a cercare.

Nel mentre, la gran parte di quei dati sarebbe in teoria facilmente recuperabile da chiunque: il 50% degli eccessivamente indaffarati viaggiatori IT dice di non prendere alcuna misura protettiva per le informazioni riservate portate con sé in giro per il mondo, e, quel che è peggio, il 42% nemmeno si degna di fare un backup preventivo prima del viaggio.

Viaggio che, in quest’ultimo caso, provoca danni potenzialmente irrecuperabili alle informazioni di cui sopra. Una situazione talmente imbarazzante che è persino difficile ottenere stime di prima mano dalle società coinvolte, restie come i propri distratti impiegati e manager a denunciare smarrimenti e a mettere quindi in mostra quello che appare uno sconcertante pressappochismo nella gestione del lavoro in mobilità.

Proprio per ovviare alla situazione, Dell ha usato lo studio come viatico alla commercializzazione del suo nuovo prodotto ProSupport Mobility Services , sistema modulare in grado di permettere alle aziende di proteggere le informazioni presenti sui laptop, ed eventualmente tracciare e individuare più facilmente quest’ultimi in caso di – molto facile – smarrimento.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 lug 2008
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