In una lunga intervista alla redazione statunitense di Wired , il CEO di Google Larry Page ha mostrato tutta la sua voracità per spingere lo stesso colosso di Mountain View verso ulteriori vette nel vasto panorama high-tech . A molte aziende del settore IT basterebbe migliorare di una piccola percentuale – un 10 per cento, nell’esempio di Page – i propri prodotti o servizi. Nella visione del CEO, significherebbe limitarsi a non fallire, realizzando più o meno le stesse cose distribuite dagli altri competitor .
“Ho paura che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato nel modo in cui gestiamo le nostre aziende – ha spiegato Page nel corso dell’intervista – Se osservi la copertura mediatica della nostra azienda, o in generale di tutta l’industria legata alla tecnologia, è sempre una questione di competizione. Le storie vengono scritte come accade nella cronaca sportiva. Ma è davvero difficile trovare esempi concreti di risultati davvero fantastici che provengano dalla sola concorrenza”.
E cosa succede se l’unico obiettivo di un’azienda resta quello di battere la concorrenza con la stessa tipologia di prodotto o servizio? “È proprio per questo che la maggior parte delle società cade in rovina lentamente nel tempo” ha risposto il CEO di BigG. Eppure, il gigante di Mountain View ha intrapreso un percorso simile nei confronti di Facebook , nel disperato tentativo di strappare al sito in blu lo scettro d’imperatore nel reame social.
“Non è così che la vedo – ha esordito Page – Credo sia oltraggioso affermare che ci sia un solo spazio per una singola azienda in questo campo. Quando abbiamo iniziato con la ricerca sul Web tutti ci dicevano che avremmo fallito, perché esistevano altre cinque aziende specializzate. È vero, Facebook è un’azienda forte in questo settore, ma sta facendo anche un lavoro pessimo sui suoi prodotti”.
Se Google crede di poter battere Facebook nello stesso settore ma con prodotti differenti, la questione Motorola sembra più ambigua. Dalla sua acquisizione nell’agosto 2011, la società di Libertyville ha rilasciato solo prodotti ortodossi o comunque già in fase di sviluppo. “Come abbiamo già detto al momento dell’acquisizione, la stiamo gestendo in maniera indipendente – ha subito risposto Page – il capo è ora Dennis Woodside”.
Il CEO di BigG ha però previsto “grandi cambiamenti” entro i prossimi dieci anni, in particolare a livello hardware. “Nei telefoni che abbiamo ora tutti hanno paura che il vetro possa rompersi dopo una caduta accidentale – ha risposto uno sfuggente Page – Dieci anni da oggi, sarà tutto diverso”. Parole avvolte dal mistero, con un’unica certezza sbandierata dal CEO: Motorola Mobility non si accontenterà di prodotti migliorati del 10 per cento.
Mauro Vecchio