Larry Tesler: è morto l'inventore del taglia-copia-incolla

Larry Tesler: morto il padre del copia-incolla

Si è spento l'inventore dei comanti 'taglia', 'copia' e 'incolla': fondamentale il contributo di Larry Tesler al mondo dell'informatica.
Larry Tesler: morto il padre del copia-incolla
Si è spento l'inventore dei comanti 'taglia', 'copia' e 'incolla': fondamentale il contributo di Larry Tesler al mondo dell'informatica.

Il suo nome non è forse noto come quello di chi ha fondato una grande azienda hi-tech, ma il contributo di Larry Tesler al mondo dell’informatica è stato tanto fondamentale che ancora per lungo tempo tutti noi continueremo a beneficiarne, nella quotidianità, eseguendo un gesto tanto semplice e solo all’apparenza scontato da non rendersene quasi conto. A lui si deve l’invenzione del copia-incolla. Si è spento nella giornata di lunedì all’età di 74 anni.

Addio a Larry Tesler: inventò il taglia-copia-incolla

Dopo il conseguimento della laurea alla Stanford University, Tesler ha lavorato presso l’Artificial Intelligence Lab dell’istituto su modelli cognitivi e algoritmi per la comprensione del linguaggio naturale ben prima che l’IA diventasse ciò che è oggi. Passato a Xerox PARC (Palo Alto Research Center), ha creato insieme a Tim Mott il software Gipsy dedicato all’elaborazione dei testi che al suo interno includeva i comandi “taglia”, “copia” e “incolla” utili per velocizzare alcune operazioni eseguite di frequente. Il resto è storia. Il funzionamento del programma è spiegato in modo approfondito in questo video del Computer History Museum.

Ha poi trascorso oltre 17 anni al servizio di Apple, fino al 1997, ricoprendo ruoli come Chief Scientist (un tempo di Steve Wozniak), lavorando sia sul fronte software alla definizione della user experience sia lato hardware alla creazione dei prodotti destinati alla linea Mac. Tutte le sue altre esperienze professionali sono riassunte nel profilo LinkedIn: da Yahoo ad Amazon, fino a 23andMe.

Il profilo di Larry Tesler su LinkedIn

Un curriculum che si conclude con “Specialty: User experience innovation”. Come dargli torto?

Fonte: Gizmodo
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Pubblicato il
20 feb 2020
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