Laser per il bene della scienza. E della guerra

Laser per il bene della scienza. E della guerra

Fonti luminose concentrate usate per iniettare medicinali, disinnescare bombe e far saltare in aria cose. Sempre più vasto l'impiego dei laser nell'industria militare così come in quella civile
Fonti luminose concentrate usate per iniettare medicinali, disinnescare bombe e far saltare in aria cose. Sempre più vasto l'impiego dei laser nell'industria militare così come in quella civile

Certi laser servono a uccidere, mentre altri possono essere di ausilio alla scienza medica facilitando la somministrazione di farmaci terapeutici ai pazienti. Uno di questi laser “salva-vita” lo sviluppa ad esempio Pantec Biosolutions , società specializzata di base nel piccolo principato del Liechtenstein, che ha appena ottenuto la certificazione propedeutica alla commercializzazione sul mercato europeo.

Il dispositivo laser di Pantec si chiama Painless Laser Epidermal System (Please), viene venduto nelle due varianti “Please Home” e “Please Professional”, ed è pensato per sostituire integralmente l’ago e la siringa usati per la somministrazione di farmaci e altri composti chimici per via endovenosa. Please funziona “bucando” la superficie della pelle, creando fori microscopici attraverso brevi pulsazioni che non lasciano ricordi spiacevoli al paziente.

I fori, che non raggiungono gli strati interni dell’epidermide dove risiedono le terminazioni nervose e i vasi sanguigni e quindi non provocano sanguinamento né sensazione dolorosa, servono poi da canale di “applicazione” dei medicinali sotto forma di microcapsule create alla bisogna dal dispositivo. Indolore , di applicazione pratica facile e veloce (soprattutto la variante “Professional” per uso ospedaliero), Please dovrebbe essere l’ideale per chi, nonostante la sopraggiunta maturità, con gli aghi proprio non riesce ad avere un rapporto normale e “adulto”.

Per la serie “laser che fanno saltare le cose in aria” c’è poi l’ampliamento di budget per il programma Airborne Laser Testbed , arma antimissilistica sperimentale montata su un Boeing 747 modificato che lo scorso febbraio riuscì a far esplodere un missile in aria in un test simulato sulle acque dell’Oceano Pacifico. Poco amato dalla politica e da più parti dato per morto, perché rappresentante di un’era e una tecnologia ampiamente superate dall’avanzamento tecnologico delle armi elettroniche, ALTB si è per il momento guadagnato un’altra tranche di finanziamento da 40 milioni di dollari e spera di recuperarne altri 50 milioni per il 2011.

I dispositivi basati su laser possono infine essere impiegati come strumento deterrente di imboscate a base di esplosivo , bombe piazzate sulla strada durante il passaggio di un convoglio militare o magari con una capacità di azione ad ampio raggio col rischio che saltino in aria pure un bel po’ di civili. Della prima categoria fa parte un nuovo laser a polimero realizzato dalla University of St. Andrews nel Regno Unito, mentre il secondo include una tecnologia “altamente classificata” apparentemente in via di sviluppo da parte del Pentagono con lo scopo di far saltare in aria gli improvised explosive device (IED) usati dagli insorgenti in Iraq e Afghanistan.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
8 giu 2010
Link copiato negli appunti