L'assalto di I-mode all'UMTS

L'assalto di I-mode all'UMTS

di A. Longo - La telefonia mobile di terza generazione, contenuti video, videochiamate al costo di una normale telefonata, nuovi cellulari e maggiore copertura. I-mode tra realtà, annunci e speranze
di A. Longo - La telefonia mobile di terza generazione, contenuti video, videochiamate al costo di una normale telefonata, nuovi cellulari e maggiore copertura. I-mode tra realtà, annunci e speranze


Roma – L’I-mode in Italia è a una svolta: a un anno dal lancio, Wind intende attirarvi il pubblico di massa, con nuovi investimenti, servizi e promozioni. E, da ottobre, con l’UMTS. Ne ha parlato Tommaso Pompei, amministratore delegato di Wind, venerdì scorso a Roma, in una conferenza stampa di lusso, con cellulari da provare e persino con la presenza di Takeshi Natsune, l’inventore di I-mode, lanciato dall’operatore giapponese DoCoMo nel 1999.

Wind apre le danze dell’I-mode in salsa UMTS con il Sony Ericsson Z100, disponibile da ottobre al prezzo di 499 euro. L’abbiamo visto scaricare un video da 1 MB a 15 KB per secondo . Poi arriveranno, entro fine anno, il Sony Ericsson Z1010, il Samsung z105 e il Nec 900i. Fino al 31 dicembre 2004, l’UMTS sarà in promozione. Soprattutto la videochiamata, che gli operatori, a torto o ragione, pubblicizzano come killer application dell’UMTS: costerà quanto una telefonata normale. Lo stesso aveva fatto Vodafone.

Si avranno inoltre 500 euro di telefonate gratuite verso clienti Wind e 500 MB di traffico dati (I-mode) gratis al mese, fino al 31 dicembre – e quindi per non più di due mesi, visto che si parte a ottobre.

Dietro la patina di fasto degli annunci, il diluvio di dati su quanto l’I-mode sarebbe già un successo, tra le pieghe della conferenza romana affiorano anche i lati in ombra dei nuovi servizi di Wind. Dell’UMTS, soprattutto. Quale sarà la copertura ? “Al lancio, circa il 20 per cento della popolazione italiana. A fine anno, il 30 per cento. Ma forse all’inizio lanceremo il servizio solo su alcune delle città coperte dalla rete”, ha detto Pompei, a una nostra domanda.

Una copertura in parte teorica, insomma, per soddisfare gli obblighi di licenza e mettere in migliore luce il servizio. La ragione? “Dobbiamo vedere in quali zone possiamo davvero garantire la buona qualità della rete e anche gestire la disponibilità di cellulari”. Un po’ com’è capitato agli altri operatori UMTS, al lancio, i cellulari abilitati non sono tanti – e infatti Wind permette di prenotarli già da questo lunedì; costano di conseguenza molto, “ma il prezzo si abbasserà quando cominceranno a diffondersi, perché potremo contare su migliori economie di scala”.

C’è da dire che Pompei non ha voluto nascondere il problema e neanche i dubbi sulla maturità della tecnologia UMTS , “che, bisogna ammettere, è ancora in fase di stabilizzazione. Per questo motivo abbiamo voluto aspettare finora per lanciare l’offerta”. Wind, a riguardo, è giunto per ultimo, tra gli operatori italiani. E, a quanto pare, un altro po’ di attesa (per Wind e non solo), non avrebbe fatto male, ma forse ormai premevano ragioni di mercato e di concorrenza.

Più nascosti tra le righe sono invece i punti di domanda riguardanti l’I-mode italiano . Wind parla di successo, com’era prevedibile, rivelando i primi dati: 200 mila, a luglio, sono gli utenti italiani. Finora sono stati scaricati 350 GB di dati, inviate 2,5 milioni di e-mail. Scaricati 300.000 file di giochi e 700.000 suonerie. Le pagine scaricate sono state 18 milioni dai siti di costume e 2,5 milioni da quelli di notizie. I siti disponibili sono ora 234. L’utente medio si è abbonato a tre siti, di cui l’80 per cento costa meno di due euro al mese.

Wind dice che, in base a questi dati, il Paese europeo dove l’I-mode ha avuto una partenza più veloce è stato proprio l’Italia. “Il confronto diretto dei dati con altri operatori europei non è in realtà possibile, visto che loro, a differenza nostra, sussidiano i cellulari I-mode, facendoli quindi pagare poco”, ha risposto a Punto Informatico Fabrizio Bona, direttore marketing di Wind, a una richiesta di più puntuale confronto con le prestazioni avute dall’I-mode in altri Paesi.

Wind è contento anche dell’Arpu ottenuto con l’I-mode: l’utente medio spende in servizi sette euro al mese (5 in traffico dati e 2 in Sms). Un record: 30 per cento in più, rispetto alla media del settore. Ma il dato non è così strabiliante, non è indizio sicuro che l’I-mode trasformerà tutti in amanti dei servizi dati, sui quali così tanto gli operatori stanno insistendo negli ultimi mesi. L’Arpu medio è ora influenzato dal fatto che gli utenti I-mode italiani sono ancora in una nicchia di eccellenza. Non sono gli utenti tipici di telefonia, bensì gli early adopters: quelli che non si fanno sfuggire una novità tecnologica e sono disposti, prima della massa, a spendervi.

Lo confermano i dati appena comunicati da Wind: “L’utente medio italiano I-mode è giovane, maschio, istruito ed è un grande utilizzatore di Internet”, segnala Bona. È lecito prevedere che l’Arpu si abbasserà, quando e se i cellulari I-mode saranno nelle mani di milioni di utenti, così come avviene in Giappone. “Dove infatti i servizi I-mode sono usati solo dal 50 per cento degli utenti con cellulare abilitato, contro l’80 per cento stimato in Danimarca e in Svezia. Non appare più un successo, una volta che il servizio si estende oltre gli early adopters”, ha detto a Punto Informatico il danese John Strand, direttore di Strand Consult , la più nota società di analisi di mercato specializzata in telefonia mobile.

Non si può ancora dire, inoltre, che i servizi prerogativa dell’I-mode (shopping via cellulare, guide Michelin, per esempio) abbiano fatto breccia nel cuore degli utenti italiani. I più usati sono i siti di costume (15 per cento), i giochi (12 per cento), sport (10 per cento), notizie e meteo (7 per cento). Sono servizi presenti, in salsa diversa, anche su Wap. I contenuti innovativi dell’I-mode ancora stentano a ottenere il riconoscimento del pubblico, insomma. Che però può preferire l’I-mode al Wap soprattutto per i prezzi: 1 cent al KB, contro i 3 e i 4 cent chiesti rispettivamente da Vodafone e da Tim. Ad alcuni siti I-mode si accede però solo su abbonamento, che costa da 1 a 3 euro al mese.

Che l’I-mode abbia bisogno di una spintarella per raggiungere il pubblico di massa è Wind stesso a farlo capire. Indirettamente, com’è ovvio. Da questa settimana scatta infatti una nuova promozione , sebbene sia già passato un anno dal lancio. Fino al 30 settembre è tutto gratis: navigazione, e-mail, Mms via I-mode. E chi entro questa data acquista un nuovo cellulare I-mode potrà chiamare gratis altri utenti Wind, fino a 250 euro di spesa. C’è da dire, però che anche gli altri operatori hanno bisogno di insistere, periodicamente, con le promozioni per sostenere il difficile decollo dei servizi dati mobili. Soprattutto d’estate: fino al 31 agosto, comprando a 5 euro Free Card Summer di Tim, il traffico Wap è gratis.

L’altra faccia della medaglia è che Wind non avrebbe investito così tanto nell’I-mode, se non credesse nelle sue potenzialità. È stato scelto come cavallo di battaglia da opporre alla concorrenza: Vodafone ha Vodafone Live!, successo mondiale riconosciuto, Tim è il primo operatore italiano… Stretta da due colossi, Wind si getta nelle nipponiche braccia dell’I-mode. Vi dedica il 20 per cento del budget pubblicitario. Vi insiste, con nuovi cellulari: da luglio, il Nec N410i (venduto a 499 euro), il primo a supportare i servizi video; entro fine anno, il 50 per cento dei cellulari in listino di Wind sarà I-mode. Continua con la strada dei servizi; sono appena arrivati i primi contenuti video su I-mode : trailer, clip con previsioni del tempo. È roba già da tempo presente anche sul Wap, ma altri video arriveranno entro fine anno, promette Wind. E ci saranno anche altre aree tematiche di siti, per prenotare viaggi, gestire il conto corrente via cellulare, interagire con comuni e università.

Alessandro Longo

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
12 lug 2004
Link copiato negli appunti