L'Australia censura il nuovo Soldier of Fortune

L'Australia censura il nuovo Soldier of Fortune

Ennesimo divieto di vendita nel Paese che più di altri mette al bando videogiochi considerati... inclassificabili
Ennesimo divieto di vendita nel Paese che più di altri mette al bando videogiochi considerati... inclassificabili

Soldier of Fortune: Payback , nuovo episodio della celebre saga videoludica in dirittura d’arrivo su PC e – per la prima volta – su console Xbox 360 e PS3, non avrà cartucce da sparare in Australia. Il paese, aduso alla censura , non prevede infatti una classificazione per prodotti espressamente pensati per i maggiori di 18 anni di età, ragion per cui il videogame è il secondo quest’anno a non ricevere alcun giudizio da parte dell’organo competente Office of Film and Literature Classification .

Piuttosto significativamente il divieto cade proprio nel pieno della campagna lobbistica di Interactive Entertainment Association of Australia (IEAA), tesa a promuovere l’adozione di una classificazione R18+ per i software particolarmente violenti, in occasione delle elezioni federali che si terranno il mese prossimo.

Secondo quanto sostiene IEAA, l’Australia è l’unica democrazia moderna in cui non esista una classificazione dei videogame per soli adulti, ragion per cui i titoli che non rientrano nel limite dei 15 anni di età vengono condannati all’oblio del mercato nero e della distribuzione pirata vista l’impossibilità per i negozianti di vendere software non autorizzato dalla commissione competente. Forse IEAA non sa che ci sono altri paesi, come l’Italia, dove nonostante la classificazione “per adulti” vi sono comunque titoli che vengono messi al bando…

Soldier of Fortune è sicuramente un prodotto poco consono al pubblico più giovane , dicono in Australia, considerando che il pluriennale First Person Shooter di Activision fa del realismo estremo degli ammazzamenti e degli “headshot” contro i nemici uno dei suoi storici punti di forza.

Prima di “SoF”, nel 2007 era già toccato a Blitz the League fare la stessa fine, bandito dal commercio per l’uso di sostanze stupefacenti come ricompensa per le azioni dei giocatori. In anni recenti il divieto australiano è toccato in sorte anche a titoli quali Postal 2, The Punisher, Manhunt e il godereccio Leisure Suit Larry: Magna Cum Laude.

Vero è che questo genere di misure restrittive non impedisce di certo la circolazione dei prodotti presi di mira, limitandosi piuttosto a pubblicizzarli ed anzi foraggiare l’espansione del mercato pirata o della distribuzione dei contenuti su P2P , apparentemente ostacolata con tanta energia quanta se ne ritrova negli sforzi per invogliare i naviganti più smaliziati ad utilizzarla in mancanza di alternative migliori ed economiche.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 19 ott 2007
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