L'Australia s'intercetta

L'Australia s'intercetta

Il paese si avvia ad approvare una norma che consentirà alle forze dell'ordine di accedere direttamente senza autorizzazione del magistrato a tutte le comunicazioni personali
Il paese si avvia ad approvare una norma che consentirà alle forze dell'ordine di accedere direttamente senza autorizzazione del magistrato a tutte le comunicazioni personali


Canberra (Australia) – Il dibattito è ancora acceso ma dopo il via libera del Senato australiano gli osservatori danno ormai per scontata l’approvazione di una nuova normativa sull’intercettazione in Australia, che amplia e di molto i poteri della polizia.

Il testo, così come nei prossimi giorni ci si attende sia approvato dal Parlamento, prevede che le forze dell’ordine possano accedere a qualsiasi comunicazione da e per qualsiasi cittadino senza bisogno di un mandato firmato da un magistrato .

Questo consentirà dunque alla polizia di poter scorrere tutti i testi e i dati delle comunicazioni, dalle email agli SMS, senza che l’indagato lo sappia e senza doverne dar conto a nessun organo di garanzia.

L’unico limite posto a questo genere di attività è dato dal fatto che si potrà accedere in questo modo soltanto ai dati che risalgano a meno di un anno prima dell’indagine. Per quelli anteriori, laddove disponibili, rimane l’obbligo del mandato.

Secondo il Governo, il “Telecommunications (Interception) Amendment (Stored Communications) Bill 2004” sarebbe necessario per garantire maggiore sicurezza e rapidità di indagine . Secondo l’Esecutivo, inoltre, è tempo di rinnovare l’attuale normativa sull’intercettazione che risale a 25 anni fa.

L’opposizione non ha sollevato un gran polverone perché il Governo si è impegnato entro 12 mesi a rivedere la normativa sulla base delle osservazioni che verranno prodotte da un’apposita Commissione. Ma in pochi tra coloro che si oppongono al testo credono che tale revisione sarà a favore dei diritti dei cittadini.

Il senatore dei Greens Bob Brown ritiene “che una revisione del testo tra 12 mesi non sarà che una conferma della legge che viene approvata oggi”. Secondo il senatore Brian Greig dei Democrats “almeno il Parlamento deve poter vigilare su certe azioni delle forze dell’ordine. Questa legge invece minimizza la responsabilità della polizia ed estende radicalmente le modalità nelle quali il Governo può legalmente accedere alle comunicazioni private”.

Va detto che quanto sta accadendo in Australia non è cosa nuova nei paesi più avanzati. La tentazione del monitoraggio globale è fortissima ormai da anni negli Stati Uniti e si è incarnata in disposizioni normative anche in Italia e in paesi un tempo considerati la culla della privacy, come il Regno Unito .

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Pubblicato il
1 dic 2004
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