Le chat sono un pericolo per chi?

Le chat sono un pericolo per chi?

Un nuovo studio americano sembra mettere sotto accusa uno dei più diffusi modi di comunicare in rete. Tra i 13 e i 17 anni, viene infatti detto, in chat succede di tutto
Un nuovo studio americano sembra mettere sotto accusa uno dei più diffusi modi di comunicare in rete. Tra i 13 e i 17 anni, viene infatti detto, in chat succede di tutto


Roma – Arriva da Adelaide, in Australia, un nuovo studio che ad una lettura superficiale potrebbe essere visto come un atto d’accusa al mondo delle chat su Internet ma che, in realtà, accusa il pressappochismo di molti genitori.

Stando agli autori della ricerca presentata alla Flinders University , e basata su un campione di 114 studenti tra i 13 e i 17 anni, la stragrande maggioranza di loro sono lasciati soli quando si recano in chat e sono pochissimi coloro ai quali i genitori hanno fornito indicazioni di comportamento nei luoghi di discussione.

Secondo Mubarak Rahamathulla, autore dello studio della Scuola di amministrazione e occupazioni sociali dell’Università, circa il 60 per cento degli studenti monitorati ha accesso alle chat senza alcun genere di controllo .

Conseguenza di questa situazione, secondo gli autori della rilevazione, è che i giovani in chat sono spesso esposti a materiali sessualmente espliciti , sia testo che immagini, materiali che condividono spesso con altri e che sono talvolta accompagnati anche dalla diffusione di propri dati personali, dal nome all’indirizzo, al numero di telefono. In qualche caso i ragazzi hanno anche finito per comprare online software e amenità varie, magari sfruttando la carta di credito dei genitori.

Secondo gli autori, comunque, la soluzione contro questo genere di eventi non è certo quella di mettere al bando le chat o impedire ai giovani di usarle, visto anche che quasi il 60 per cento di loro ne fa uso, si tratta invece di stimolare le famiglie ad interessarsi più da vicino dell’uso di Internet.

Le rilevazioni indicano che solo il 7 per cento dei genitori si è dimostrato interessato a come la propria prole usa le chat, una percentuale che però sale notevolmente, al 39 per cento, quando si parla di figlie femmine. In questo caso sono frequenti i casi di genitori che vorrebbero impedire alle proprie figlie di accedere alle chat . Sono infatti 26 su 100 i genitori che non consentono l’uso delle chat a casa, cosa che poi spinge i giovani ad accedere alle stanze di discussione dagli internet point, da scuola o dalle case di amici.

Rahamathulla si è dunque trovato a dire cose molte volte ribadite anche su queste pagine da numerosi esperti, e cioè che i genitori devono approfondire l’uso che viene fatto delle chat dai propri figli, educarli ad un uso consapevole ed avvertirli dei rischi. Ma Rahamathulla ritiene che un ruolo lo debbano svolgere anche le scuole, spesso negligenti nello stimolare l’uso consapevole di tecnologie che pure mettono a disposizione degli alunni.

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Pubblicato il
27 ott 2004
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