Le memorie avvicinano Cina e Taiwan

Le memorie avvicinano Cina e Taiwan

Storica intesa per consentire ad alcuni produttori di semiconduttori taiwanesi di aprire impianti di sviluppo in Cina. Qualcuno spera sia un nuovo segnale di dialogo
Storica intesa per consentire ad alcuni produttori di semiconduttori taiwanesi di aprire impianti di sviluppo in Cina. Qualcuno spera sia un nuovo segnale di dialogo

Nell’infinito tira e molla di dichiarazioni politiche ed eventi internazionali, Taiwan e Cina si avvicinano grazie a questioni commerciali di prima grandezza. È infatti notizia di queste ore che il governo taiwanese ha autorizzato tre produttori di semiconduttori del paese a realizzare impianti di sviluppo nella Cina comunista.

Fino ad oggi il governo di Taipei ha sempre considerato rischioso che industrie di primo rilievo per la propria economia stabilissero le proprie attività in Cina, una cautela quasi ovvia visti i rapporti spesso tesi con Pechino (la Cina considera Taiwan una propria provincia mentre Taiwan si ritiene indipendente).

Ad essere “promosse” come società cino-taiwanesi sono Powerchip, ProMos e Advanced Semiconductor Engineering, in pratica i tre cuori pulsanti dell’industria dei semiconduttori di Taiwan. Ultimo step richiesto per l’avvio formale delle operazioni è il benestare del ministero dell’Economia di Taiwan che però dovrebbe arrivare senza ritardi prima della fine dell’anno.

A spingere Taipei a questa decisione, che si inquadra in una serie di iniziative commerciali che avvicinano i due paesi, è il fatto che i grandi produttori locali, capaci di scalare le vette del settore mondiale, in questi anni stanno subendo l’aggressività dei produttori sudcoreani che hanno già potuto aprire in Cina e che sfruttano di quel paese il basso costo del lavoro, oltreché una presenza diretta sull’esplosivo mercato cinese.

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Pubblicato il 20 dic 2006
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