Roma – Non bastano le molte pubblicità in televisione e sulla carta stampata, non sono sufficienti gli incentivi al consumo delle schede stagionali, non basta il passa parola. Per gli utenti italiani della telefonia mobile la verità delle tariffe telefoniche, quanto cioè si trovano a spendere, rimane nella gran parte dei casi ancora un mistero .
Ad accertarlo è un’indagine condotta da Altroconsumo insieme ad altri gruppi europei del consumo su un campione di quasi 7.300 utenti in quattro paesi europei (Italia, Spagna, Portogallo e Belgio). Il 36 per cento degli interpellati ritiene che siano poco chiare le campagne promozionali di TIM , il 29,9 per cento addita quelle di Wind e il 27,7 se la prende con quelle Vodafone .
Questa confusione fa sì che la maggioranza degli utenti, il 58 per cento, si ritrova a pagare tariffe più alte di quanto avesse previsto . Un problema stranoto e di cui si parla da anni anche in rete ma che fin qui sembra aver goduto di poca attenzione da parte delle solitamente molto attente associazioni del consumo. Questo probabilmente è legato al fatto che poco più della metà degli utenti si accerta delle condizioni tariffarie quando non corrispondono alle attese e soltanto il 16 per cento provvede a cambiare tariffa…
“Altroconsumo – si legge in una nota – ha calcolato che una famiglia tipo, senza cambiare abitudini, potendo scegliere meglio offerta e operatore, può risparmiare all’anno 400 euro sulle telefonate con Gsm. Per far giocare la concorrenza sulle tariffe di telefonia mobile e su altre utenze l’associazione indipendente di consumatori sino a dicembre 2005 ha aperto a tutti i cittadini nuovi servizi di confronto e scelta delle tariffe più convenienti”.
Ma il rapporto di Altroconsumo è fatto anche di buone notizie. “I margini di miglioramento del servizio fornito dai tre operatori in Italia – spiega infatti l’associazione – sono giudicati ampi, pur superando tutti e tre la sufficienza”. In totale “solo” il 18% di utenti Wind si dichiara insoddisfatto dell’operatore; gli scontenti di Tim raggiungono l’11% mentre Vodafone soddisfa di più, con un 8% di delusi.
In una ideale classifica di soddisfazione troviamo in coda Wind, per problemi più spesso segnalati di interruzione di chiamata (16,7% degli interpellati), cattiva qualità della telefonata (20,5%) e impossibilità di accesso alla rete (18,7%). Tim si situa nel mezzo sui due primi parametri, dove vince Vodafone, e prima sui problemi di accesso alla rete (8,3% contro 9% di Vodafone).
Uno dei dati di maggiore interesse, perché ritaglia il quadro del modo d’uso dei cellulari, è quello secondo cui per il 90 per cento del tempo in cui si usa il telefonino, si fanno o si ricevono chiamate, si leggono o si scrivono SMS. Solo il 10 per cento, dunque, è dedicato ad attività più “costose”, come l’invio o la ricezione di MMS o il gaming sul cellulare. Attività sulle quali però si concentra l’offerta di un numero sempre crescente di aziende.
Tra le priorità per gli utenti, oltre a tariffe più trasparenti, la risoluzione dei problemi di qualità della ricezione durante le chiamate e di quelli relativi a improvvise interruzioni.
Di interesse infine in queste ore anche il rapporto di Eurostat sulla diffusione dei cellulari. Un rapporto che evidenzia il progresso della telefonia mobile su quella fissa e una grande diffusione dei cellulari in paesi come l’Italia (96,4 apparecchi ogni 100 abitanti).