San Francisco (USA) – Non si possono mandare gli avvocati a decidere il futuro dell’innovazione tecnologica o della rivoluzione digitale se ancora non si è capito quale direzione è stata presa. Così Lawrence Lessig, docente emerito della Stanford University e testimone al processo Microsoft, ha “bacchettato” l’associazione dei discografici, RIAA, per aver messo sotto pressione Napster.
Lessig sostiene che l’innovazione su Internet va lasciata crescere e mai soffocata, a meno che non vi siano interessi preponderanti nel farlo: “Dobbiamo osservare quello che succede prima di inviare gli avvocati. In questi ultimi tre anni non abbiamo imparato questa lezione. I tribunali stanno regolamentando il cyberspazio prima che ci sia data la possibilità di capire che forma questo avrà”.
Il professore ha usato Napster per i suoi esempi in un discorso tenuta alla O’Reilly conference sul peer-to-peer. Secondo Lessig il peer-to-peer ha portato ad una struttura che apre la porta alle violazioni del copyright ma chi usa Npaster non è un ladro: “Internet potrebbe rendere il copyright una entità troppo perfetta”.
“Dobbiamo prima innovare – ha insistito – e solo successivamente bilanciare con eventuali azioni legali”. In altre parole, se oggi si agisce frettolosamente e si ritarda l’innovazione, questa ci sarà in un secondo momento “ma non sarà quella che abbiamo visto, i nostri diritti ne soffriranno”.
Lessig ha anche lanciato una sfida all’industria della discografia e dei contenuti in generale che vede in Internet un problema per le proprie entrate: si accettino dieci anni di sperimentazione con tecnologie di distribuzione e protezione, in modo da avere il tempo per capire come gli autori dovrebbero interfacciarsi con i loro distributori commerciali senza allontanarsi dal proprio pubblico.