Web – Cari amici di Punto Informatico, scusate l’intrusione polemica. Vi scrivo per sottoporvi una questione che ultimamente mi fa riflettere sulla condizione del mercato dell’ hardware in Italia e mi lascia perplesso sulla qualità del marketing informatico.
Il fatto è che da qualche tempo i giornali di informatica, i siti dedicati all’ hardware e perfino i grandi settimanali tipo l’Espresso e Panorama sono invasi da pubblicità e notizie riguardanti lettori Mp3 portatili. Vera e propria vittima del marketing, ho deciso di acquistarne uno: lavoro e vivo cinque giorni alla settimana fuori città e non posso permettermi di portarmi dietro un vetusto walkman con tanto di cassette o un Cd portatile con annessa pila di Cd per tutta la giornata e non sono disposto a rinunciare alla mia dose quotidiana di musica.
Sarò pure pecorone ma sono pure internauta, quindi mi sono buttato sulla Rete alla ricerca di informazioni sui lettori Mp3 in giro sul mercato. Una breve occhiata all’area hardware di Mp3.com mi ha aperto gli occhi: gran parte dei modelli proposti dispone di 32 o 64 Mb di memoria, che tradotti in termini più decorosi significano più o meno mezz’ora o un’ora di musica in qualità “near CD” e un’ora o due ore in qualità decorosa.
Il dato inquietante, al di là del fatto che un lettore Mp3 comune non è altro che un triste walkman a cui non si può cambiare la cassetta (corta, peraltro) se non facendo un salto a casa, è il prezzo: per questo walkman del nuovo millennio è necessario spendere una cifra raramente inferiore ai 180 dollari, figuratevi il prezzo in lire, contando che si “gonfia” un po ‘ durante l’importazione.
Ora capisco che un prodotto di questo genere probabilmente ha un mercato in America, dove un cittadino su tre fa footing all’alba e probabilmente non desidera altro che un lettore che allieti la sua corsa mattutina con un po ‘ di musica (ed è per questo che i produttori insistono sul fatto che i lettori Mp3 portatili non hanno parti mobili, non saltano se agitati, ecc.) e non si scandalizza se tiene al massimo due ore di musica, tanto dopo mezz’ora è già tempo di andare a casa a farsi la doccia.
Ciò che non capisco è come un prodotto simile sia vendibile in Italia. La mia incredulità è ancora più acuta dal giorno in cui sono incappato nel Creative Juke Box, che (a un prezzo più che doppio rispetto al lettore Mp3 medio: 499 dollari) propone ben 6 Gb di memoria a disposizione. In sei Giga ci stanno tranquillamente più di cento album in qualità near CD: un’intera discografia, l’intera storia del jazz con tutti gli album che contano, tutti gli album della top ten dal 1990 a oggi, un secolo di edizioni dello Zecchino d’oro, ecc.
Ma non è finita qui, perché dopo il Creative Juke Box sono usciti altri lettori Mp3 portatili che offrono una capacità simile a prezzi ancora più bassi (su tutti l’Archos Jukebox 6000, che costa 350 dollari e ha 6 Gb di memoria). Ora mi chiedo chi, di fronte a questi fatti, possa ancora pensare di produrre costosi lettori Mp3 basati su memorie volatili. Eppure è di qualche giorno fa la notizia che la Samsung si appresta a produrre un’intera linea di lettori (la Yepp) con un range di memoria sempre dell’ordine delle decine di Mb.
Come accade per i lettori della Rio (che pure aveva presentato il Rio Boombox che teneva 8 Gb e sarebbe dovuto costare 300 dollari, ma poi è sparito – ne trovate una foto e una descrizione su Wired di dicembre, nello special dedicato ai regali tecnologici) e della Sony (che ha lanciato il music clip: tanto “stiloso” quanto poco capiente), c’è tanto design e poca sostanza. Esistono, poi, i lettori Cd in grado di leggere i CDR con sopra 10 ore ciascuno di Mp3. Costano poco, hanno un ottimo rapporto prezzo/capienza, ma non sono il massimo della praticità.
Ora la domanda fatidica (da non porre ai patiti di fitness) è: ha senso acquistare un lettore Mp3 da32/64/128 Mb a prezzi dalle 500.000 lire al milione, quando per una cifra che va dalle 800.000 lire al milione e 200 mila lire (destinata a scendere per ovvie ragioni di aumento della concorrenza) si può avere molto di più? Per quanto mi riguarda mi sono risposto di no e sto resistendo (male) alla tentazione di acquistare un Archos Jukebox a 730.000 lire. Certo che se la Creative producesse una versione del suo Juke Box senza Eax a un prezzo più ragionevole…
Grazie per l’attenzione,