Liber Liber: quando Internet significa cultura

Liber Liber: quando Internet significa cultura

Intervista a Marco Calvo, presidente dell'associazione che da anni rende gratuitamente disponibili online centinaia di testi della letteratura italiana. Per parlare di una delle più longeve e interessanti iniziative culturali in rete
Intervista a Marco Calvo, presidente dell'associazione che da anni rende gratuitamente disponibili online centinaia di testi della letteratura italiana. Per parlare di una delle più longeve e interessanti iniziative culturali in rete


Web – Liber Liber rappresenta forse meglio di tante altre esperienze sul web, Internet com’era agli inizi e contemporaneamente Internet come potrebbe essere. Non è un caso che il suo sito web sia cambiato molto poco negli anni e sia oggi molto simile a com’era nel 1995. Per tante persone giunte in rete negli ultimi anni può forse essere utile spiegare cos’è Liber Liber, cos’è il progetto Manuzio e di cosa si occupa.

Marco Calvo, presidente di Liber Liber: Il progetto Manuzio è nato sul finire del 1993 sulla scia di un’altra iniziativa simile, il progetto Gutenberg. Il nostro scopo è fondare una biblioteca accessibile gratuitamente via Internet, con libri da scaricare e leggere sul proprio computer. A differenza dei libri in carta, quelli in formato elettronico sono utili anche ai non vedenti (che possono leggerli tramite sintesi vocale o display braille) e ai portatori di handicap che non possono sfogliare un libro normale, ma possono impartire comandi a un computer (con leve speciali, pomelli o anche con comandi vocali).

Stand By: In tempi in cui tutti su Internet cercano di “fare affari” voi continuate ad inseguire l’idea di una biblioteca di testi elettronici di libera consultazione e distribuzione su Internet. Come mai?
Marco Calvo: Perché ci regala molte soddisfazioni, perché molti ci scrivono incoraggiandoci a continuare. E perché non crediamo che ogni cosa abbia il cartellino del prezzo attaccato sopra. Una convinzione che ci chiede un po ‘ di fatica e di tempo libero, ma vogliamo provare a dimostrarne la fondatezza in modo concreto.

SB: Quali sono stati in questi anni i riscontri che la vostra biblioteca digitale ha ottenuto in termini numerici e di gradimento?
MC: Non siamo in grado di fornire cifre esatte perché il sito Web di Liber Liber è ospitato gratuitamente (e generosamente) da uno dei principali Internet provider italiani. Così non abbiamo diretto accesso ai log del server. Abbiamo inserito comunque un piccolo contatore che ci fa ritenere che il sito sia visitato da un po ‘ più di 35.000 utenti/mese.


SB: E gli iscritti alla associazione?
MC: Da quando regaliamo il CDROM con tutti i nostri testi, le iscrizioni sono cresciute molto, segno che i soci apprezzano la possibilità di disporre dell’intera biblioteca senza nemmeno doversi collegare a Internet. In numeri: ci avviciniamo ai 400 soci l’anno. L’altra buona notizia è che questo numero di soci ci ha consentito di pagare una piccola somma mensile a una delle nostre volontarie, che così può dedicarsi alla biblioteca in modo costante tutti giorni, aiutandoci a incrementare i ritmi di pubblicazione: da quando c’è lei, infatti, pubblichiamo ogni mese il doppio dei testi rispetto a prima.

SB: Si tratta quindi di una iniziativa culturale che ha ottenuto molta attenzione. Se così non fosse in futuro?
MC: Alle iniziative culturali senza un seguito, fruite da una cerchia ristretta di persone, non credo. Anche perché si basano spesso su una idea di fondo aberrante: l’insuccesso non è una responsabilità dei promotori incapaci di produrre qualcosa di valido, ma del “popolo” troppo ignorante per apprezzare. Un alibi che diventa davvero odioso quando serve a coprire la poca voglia di impegnarsi di chi intasca finanziamenti pubblici. Per la cronaca: Liber Liber vive solo grazie a donazioni di privati e del suo sponsor.

SB: Qualche mese fa avete intrapreso una campagna informativa sul costo delle linee dedicate di Telecom: non si è trattato di una iniziativa poco attinente con il vostro progetto culturale?
MC: La campagna informativa sulle tariffe Telecom Italia era solo apparentemente lontana dalle finalità di Liber Liber. Lo scopo della nostra associazione consiste, riassumendo, nella promozione della cultura, ad esempio diffondendo il piacere per la lettura. Ma come possiamo riuscirci se ci tappano la bocca?

Solo pochi mesi fa una linea Internet di tipo dedicato (non quelle telefoniche usate dagli utenti, ma quelle noleggiate dalle società o dalle associazioni culturali come Liber Liber) costava circa 30 milioni l’anno. Una linea ADSL in USA costava dieci volte di meno e andava dieci volte più veloce: un rapporto costo/prestazioni 100 volte più favorevole.

Cosa dovrebbe fare un editore se il suo fornitore gli imponesse un prezzo per la carta (il supporto usato per i suoi libri) 100 volte più alto che all’estero? Che cosa dovevamo fare noi, che ci vedevamo imporre un costo per la linea dedicata (il nostro “supporto”) 100 volte più alto di quello pagato negli Stati Uniti? Non dovevamo preoccuparci per le conseguenze di questa disparità? Purtroppo lo Stato si è occupato poco e male di Internet, e anche se oggi la situazione è migliorata, rimaniamo in una situazione di grave sottosviluppo. Non c’entra con la cultura? Secondo me, sì, c’entra anche con la cultura.


SB: Cosa ne pensa dell’evoluzione del libro elettronico? Crede che prenderà piede la diffusione di nuovi device e nuovi software per leggere i libri?
MC: Quella che stiamo vivendo è una fase interessante della storia del libro. Si continua a leggere poco, ma per altro verso, aumenta la necessità di scambiarci informazioni.

Sul medio periodo sono convinto che i libri elettronici saranno preziosi nel campo della manualistica e nei testi di consultazione in generale (codici, enciclopedie, ecc.), soprattutto in virtù della loro capacità di immagazzinare grandi quantità di informazioni in poco spazio: tutti i recenti lettori sono in grado di ospitare decine di libri, ma certamente in futuro avranno capacità molto superiori.

Sul lungo periodo è possibile che, se come previsto i lettori avranno un costo relativamente ridotto e una qualità di visualizzazione elevata, affiancheranno i testi tradizionali anche nella letteratura tradizionale. Non credo che sparirà il testo in carta, l’ebook sarà semplicemente un supporto in più. Così come il cinema ha affiancato e non sostituito il teatro. Nel campo della didattica, forse ci vorranno 20 anni, ma certamente un manuale scolastico “elettronico” sarà di gran lunga più efficace di un testo in carta: un manuale elettronico può far svolgere allo studente esercizi interattivi, può visualizzare documentari e immagini 3D, può collegarsi al docente o agli altri studenti, può ospitare dizionari ed enciclopedie. Forse sarà il settore dell’editoria a giovarsi di più di queste nuove tecnologie.

SB: Qualcuno vede in iniziative come la vostra un significato politico. Una presa di posizione su tematiche come quella del copyright e della libera circolazione del sapere, quasi una opposizione ai meccanismi commerciali che regolano il diritto d’autore ai tempi di Internet. Lo stesso manuale Internet che lei pubblica insieme a Roncaglia Ciotti e Zela per i tipi di Laterza è disponibile contemporaneamente sia in libreria che gratuitamente online. Tutto ciò sta a significare che sentite la necessità di ripensare ai meccanismi della distribuzione del sapere o semplicemente Liber Liber utilizza una possibilità supplementare di diffusione della cultura?
MC: Io mi auguro che si vada verso un modello che consente di accedere a molta più informazione e con molta più scelta (le due cose non vanno necessariamente a braccetto: abbiamo ad esempio molta informazione televisiva, ma molto uniforme).

Mi piacerebbe anche che la soglia di ingresso, ovvero gli ostacoli che ad esempio un giovane deve superare per avvicinarsi alla lettura, si abbassasse. Anche con un minor costo dei libri che siano di carta o in formato elettronico. In ogni caso, scaricare un testo da Liber Liber rimarrà gratuito.

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Pubblicato il 27 gen 2001
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