Linux 2.6 sboccia in primavera

Linux 2.6 sboccia in primavera

Lo afferma il papà del Pinguino, Linus Torvalds, che ha anche svelato qualche dettaglio sulla roadmap nel nuovo kernel e sulla scelta del numero di versione
Lo afferma il papà del Pinguino, Linus Torvalds, che ha anche svelato qualche dettaglio sulla roadmap nel nuovo kernel e sulla scelta del numero di versione


Roma – Sono passati poco meno di due anni dal rilascio del kernel 2.4 , una versione che più d’ogni altra ha guidato Linux verso il mercato enterprise colmando buona parte del gap che ancora separava il sistema operativo free dagli Unix commerciali. Continuando su questa stessa strada, il kernel di Linux si appresta a fare un altro importante passo avanti con il rilascio l’anno prossimo di quella che dovrebbe essere la versione 2.6.

“Siamo abbastanza vicini a realizzare quello che sarà (il kernel) 2.6”, ha affermato Torvalds sul sito Geek Cruise. “Stiamo seriamente guardando al secondo trimestre del 2003 per l’effettivo rilascio del 2.6”.

Una dichiarazione che su stessa ammissione di Torvalds va presa con le dovute riserve, soprattutto ricordando come il precedente kernel 2.4 sia stato rilasciato con quasi un anno di ritardo rispetto alle prime previsioni di uscita.

Il papà di Linux ha però voluto sottolineare come, rispetto al passato, l’organizzazione nello sviluppo del nuovo kernel sia sensibilmente migliorata e il processo di creazione e test del codice verrà ora suddiviso in tappe più rigorose. Torvalds ha spiegato come, a partire dal 31 ottobre, verrà applicato al ramo di sviluppo del kernel 2.5 (l’attuale versione non stabile che darà vita alla versione 2.6) un cosiddetto “feature freeze”: questo significa che dopo questa data non sarà più possibile aggiungere nuove funzionalità al kernel 2.5.

In una seconda fase, che secondo Torvalds prenderà il via all’inizio del prossimo anno, si avrà invece un “code freeze”: da questo punto in avanti il codice del kernel non potrà più essere modificato se non per correggere quei bug che emergeranno durante la fase di testing.

Gli sforzi della comunità di sviluppo di Linux nel rendere i rilasci del kernel più puntuali e prevedibili sono diretta conseguenza del crescere dell’importanza di Linux sul mercato e della necessità, per le aziende, di poter meglio pianificare l’uscita di nuovi prodotti basati su questo sistema operativo. Portare a maturità un nuovo kernel non è più una sorta di divertente sfida fra hacker, com’era ai tempi di Linux 1.0, ma un preciso impegno nei confronti dell’industria e di colossi come IBM, Oracle e HP.

Di recente si è molto dibattuto su quale debba essere il nome di versione del prossimo kernel: se un più modesto e naturale 2.6 o un più scenografico e rivoluzionario 3.0. Ecco perché.


Alcuni sviluppatori, come il celebre Ingo Molnar, ritengono che i cambiamenti del kernel 2.6 siano sufficientemente importanti da giustificare “il salto” di versione alla 3.0. In particolare, Molnar sostiene che “i miglioramenti nella VM (memoria virtuale) e nell’I/O (Input/Output) siano una delle cose più importanti successe negli ultimi 5 anni”, affermando poi che “il salto dal 2.4 al 2.5 è molto più grande di quello che ha ad esempio caratterizzato il passaggio dal 2.0 al 2.4”. Molnar ritiene sia meglio sparare la cartuccia del 3.0 adesso piuttosto che fra pochi anni, quando il successore dell’ipotetica versione 2.8 potrebbe contenere novità meno rilevanti del 2.6.

Motivazioni, quelle di Molnar, che però non sembrano convincere affatto Torvalds.

“Non abbiamo – ha scritto Torvalds sulla LKML , la mailing-list dedicata al kernel di Linux – una nuova architettura o altre cose così importanti. Per molti aspetti il salto dal 2.2 al 2.4 è stato maggiore di quello che immagino potrà essere il salto dal 2.4 al 2.6″.

In ogni caso il babbo di Linux minimizza sulla questione affermando scherzosamente che “ehi! E’ solo un numero”, ricordando anche quanto consideri “sciocco” il “gonfiamento dei numeri di versione” praticato dagli sviluppatori di distribuzioni.

Numerelli a parte, il nuovo kernel porterà con sé una lunga lista di novità e miglioramenti, fra cui quelli già descritti in passato parlando del kernel 2.5. Questo ulteriore passo avanti, secondo gli analisti, potrà spingere ancor di più Linux sul mercato enterprise.

Secondo la società di analisi Butler Group , per il 2009 Linux conquisterà la leadership del mercato dei server a spese degli Unix di aziende come HP, IBM e Sun. Per contro, nel lungo termine Butler vede come piattaforma vincente per i Web service MS.NET. Sembra prospettarsi una sfida più che mai avvincente.

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Pubblicato il
29 ott 2002
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