L'Iraq scopre il WLL

L'Iraq scopre il WLL

L'ultimo miglio in salsa wireless viene visto dal ministero delle Comunicazioni iraqeno come la soluzione migliore per portare la telefonia là dove non è mai giunta prima
L'ultimo miglio in salsa wireless viene visto dal ministero delle Comunicazioni iraqeno come la soluzione migliore per portare la telefonia là dove non è mai giunta prima


Bagdad (Iraq) – Il Governo iraqeno ha intenzione di spingere sulla telefonia, considerato uno strumento essenziale per lo sviluppo dell’economia e della società del martoriato paese mediorientale. Il ministero per le Comunicazioni ha infatti preannunciato che presto verrà formulato un bando per l’assegnazione di due nuove licenze ad operatori di telefonia.

L’idea è quella di consentire alle popolazioni anche delle zone più remote del paese di accedere entro una manciata di mesi a servizi di telefonia che comprendano anche Internet. Sebbene siano già attivi in diverse aree metropolitane i servizi di telefonia mobile, il loro costo, così come il costo dei dispositivi, viene ritenuto eccessivo per garantire in breve tempo una diffusione capillare dei servizi telefonici.

La posizione ufficiale del Ministero è assai ambiziosa e parla di un progetto che “mira a fornire linee telefoniche fisse, accesso ad Internet e servizi di fax alle case, alle aziende e agli enti governativi in tutto l’Iraq”. A pochi giorni dalle prime elezioni in Iraq c’è chi vede l’impulso verso la telefonia come un ulteriore segnale di “normalizzazione”.

In realtà, di normale ci sarà ben poco se si considera la particolarissima morfologia del territorio e il fatto che, per arrivare nelle zone già oggi poco servite dalle pubbliche utilità, si intende utilizzare anche il Wireless Local Loop , ovvero le tecnologie Wi-Fi che permettono di attivare il “doppino wireless” per collegare l’utente finale alla rete infrastrutturale telefonica.

Che ce ne sia bisogno è evidente. Lo stesso ministero spiega che oggi la penetrazione della telefonia “è del 4,5 per cento e si intende portarla al 25 per cento entro 10 anni”. Il passo necessario, secondo il governo, è l’apertura agli investimenti privati nel settore.

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Pubblicato il
9 feb 2005
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