L'Italia è... cartocratica

L'Italia è... cartocratica

Lo dice una indagine del CNIPA, secondo cui la metà dei documenti della pubblica amministrazione non ha preso la via del digitale ma quella delle muffette della carta
Lo dice una indagine del CNIPA, secondo cui la metà dei documenti della pubblica amministrazione non ha preso la via del digitale ma quella delle muffette della carta

C’era una volta il protocollo informatico, la dematerializzazione, la firma digitale e l’obbligo dell’uso della posta elettronica all’interno della PA. Una volta, perché nella situazione attuale parrebbe proprio che non siano bastate leggi e normative a far evolvere gli enti pubblici italiani. La carta rimane dominante nella gestione documentale .

Lo spiega una indagine del CNIPA, il braccio informatico del Governo, secondo cui i documenti pubblici protocollati elettronicamente sono a tutt’oggi meno del 50% .

Ciò che rende ancora più pesante questo bilancio è il fatto che due terzi delle amministrazioni sono pronti al passaggio al digitale eppure proprio non lo compiono , il che potrebbe anche essere interpretato come il risultato di un ritardo culturale in cui si crogiola, più o meno consapevolmente, il personale delle pubbliche amministrazioni.

Non lo spiega così il CNIPA. Secondo l’analisi, infatti, lo scostamento tra predisposizione ed effettivo utilizzo si deve ad altri elementi, come la scarsa copertura (in termini di documenti protocollati sul totale), l’ eccessiva durata (mediamente quattro anni) delle fasi di transizione e, infine, le limitate funzionalità effettivamente attivate nei progetti. “Dai dati forniti dall’indagine – continua il CNIPA – emerge che circa l’80% delle amministrazioni dichiara di essere provvista di applicazioni informatiche per la gestione documentale e il 60% di utilizzarla per un massimo del 20% dei documenti trattati (tasso di digitalizzazione)”.

Se poi si va a vedere quanti documenti vengono scambiati elettronicamente allora il ritardo appare palese: solo il 2% circa del totale segue la via digitale, il resto segue le cartacee strade di una obsoleta tradizione documentale.

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Pubblicato il 15 ott 2007
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