L'Italia dalle tariffe truccate

L'Italia dalle tariffe truccate

di M.Mantellini. Dopo "l'hype" della Internet Gratuita senza abbonamento ci attende l'altrettanto grande esagerazione della turbointernet-che-veloce-non-è e della tariffa-flat-che-tanto-flat-non-è?
di M.Mantellini. Dopo "l'hype" della Internet Gratuita senza abbonamento ci attende l'altrettanto grande esagerazione della turbointernet-che-veloce-non-è e della tariffa-flat-che-tanto-flat-non-è?


Web – Tanto per esercitarci un po ‘ nell’arte del “non dimenticare” inizio questo articolo con due domande inutili. La prima è per i tecnici Telecom che qualche anno fa, non più tardi del 1997, assicurarono il Ministro delle Poste Maccanico, il sottosegretario Vita (tuttora in carica anche se probabilmente se ne sarà dimenticato) e le credulone associazioni degli utenti Internet che una numerazione ad hoc (i cosidetti “numeri blu”) per accedere a Internet a tariffe prestabilite non era in Italia “tecnicamente” possibile. Come mai oggi lo è tanto che Telecom stessa sta ipotizzando una numerazione 70XXXX per collegarsi a Internet senza scatti?

La seconda domanda inutile è per il commissario dell’Authority delle Comunicazioni Paola Manacorda alla quale, detto per inciso, lo stato versa ogni anno più di quattrocento milioni di stipendio per vigilare e difendere i cittadini dalla ingordigia delle grandi compagnie telefoniche, la quale, non più di un anno fa, ci spiegò (anche in questo caso a
giustificazione dell’impossibilità di ottenere tariffe più basse per l’accesso a Internet) che un costo differente per il traffico dati rispetto a quello voce era vietato dalla Unione Europea. Come mai Signora, già allora, ma soprattutto oggi anche in Italia questo non è più vero? E ‘ cambiata qualche legge?

Prendere in giro i cittadini è un’arte raffinata, e allora ecco che dopo averci fatto credere che internet gratis significasse non pagare il canone annuale al proprio ISP (riempiendo le tasche dei gestori telefonici con ore di traffico e le statistiche di formidabili numeri da proporre agli azionisti) i grandi operatori della telefonia (ma anche i medi e piccoli spesso non scherzano) oggi sono impegnati a convincerci d’altro.

In attesa che l’Autority delle Comunicazioni, con la calma che la contraddistingue, abbassi d’imperio il prezzo della ADSL che Telecom proporrà agli altri ISP, come è stato annunciato ormai da quasi un mese, osserviamo che per una strana legge di mercato i prezzi minimi di un collegamento ADSL e di uno analogico flat tendono a avvicinarsi fra loro attestandosi oggi attorno alle 70-80 mila lire mensili.

Ciò è dovuto a due fattori: il primo è che cifre del genere sono quelle che mensilmente oggi sborsano i cosidetti heavy-user di Internet, un numero consistente di persone e piccole aziende, in costante aumento che, nei calcoli dei fornitori di connettività, non dovrebbe condizionare eccessivamente la banda internet disponibile. Il secondo è che i prezzi della larga banda e del flat tendono a sovrapporsi semplicemente perchè la larga banda, a quelle cifre, non la garantisce nessuno. Fino a quando i prezzi all’ingrosso non
caleranno di molto (e ciò non accadrà di certo con la rimodulazione imposta dall’Autority a Telecom, ma solo quando si avranno alternative complete di fornitura adsl da parte di altri gestori) saremo costretti a constatare che dopo “l’hype” della Internet Gratuita senza abbonamento ci attende l’altrettanto grande esagerazione della turbointernet-che-veloce-non-è e della tariffa-flat-che-tanto-flat-non-è.

E d’altro canto fino a quando i grandi gestori delle comunicazione butteranno decine di miliardi in pubblicità televisive con Marlon Brando, telefonini wap con contorni di modelle e amenità simili, senza preoccuparsi abbastanza delle infrastrutture internet, che nonostante tutto sono in Italia ancora assai carenti, non ci sarà nessuna reale larga banda a basso prezzo per l’utenza consumer e nessuna “reale” tariffa flat per internet.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il 14 apr 2000
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