Ricercatori della Duke University hanno applicato il principio del “mantello invisibile” alle onde sonore, ingegnerizzando una particolare configurazione di materiali plastici con lo scopo di deviare e “rifrangere” il suono rendendo le imbarcazioni protette dal nuovo ritrovato hi-tech invisibili ai sonar.
Il “mantello dell’invisibilità sonora” funziona sostanzialmente alla stessa maniera di quello pensato per l’invisibilità elettromagnetica: una serie di diversi strati plastici viene dotata di specifici pattern di cavità allo scopo di deviare le onde sonore e farle “scorrere” dietro all’oggetto protetto, così da impedire che il loro “rimbalzo” venga individuato da un sonar presente a distanza.
“In sostanza, in termini di occultamento degli oggetti, è la stessa cosa” ha dichiarato il ricercatore della Duke Steve Cummer: “una qualche forma di onda” permette la visione o l’individuazione acustica, ma nel caso specifico dell’invisibilità sonora “le cose si fanno molto diverse” rispetto all’elettromagnetismo.
Le applicazioni prioritarie del mantello dell’invisibilità sonore indicate da Cummer e colleghi prevedono di dotare le imbarcazioni di uno scudo anti-sonar, ma la tecnologia potrebbe essere facilmente adattata anche per migliorare l’acustica delle aule per concerti o per insonorizzare gli ambienti.
Alfonso Maruccia