LPM, l'Internazionale delle Visioni

LPM, l'Internazionale delle Visioni

di A. Di Corinto - Arte e tecnologia, in tutte le sfaccettature del connubio. Quattro giorni di sinestesie nel corso del Live Performers Meeting, a Roma
di A. Di Corinto - Arte e tecnologia, in tutte le sfaccettature del connubio. Quattro giorni di sinestesie nel corso del Live Performers Meeting, a Roma

È stato detto e ripetuto: la rivoluzione digitale ha cambiato per sempre i concetti di autore, opera e creatività. Software potenti e nuovi linguaggi visuali nelle mani di tanti virtuosi del computer (e della console), consentono di mettere in forma idee e talenti come mai era successo prima. Nonostante le accuse di pirateria, l’attitudine al remix delle giovani generazioni sta producendo una nuova cultura del do it yourself che usa codici software, immagini e megaschermi per comunicare visioni, sensazioni e immaginari. Un assaggio appetitoso di questa cultura visuale transnazionale ci viene dall’evento annuale del Live Performers Meeting , incontro decennale dei patiti del campionamento visivo che non si limitano però a mostrare il proprio virtuosismo, ma lo condividono sia a livello tecnico che teorico.

Quest’anno i quattro giorni tradizionali del meeting, fatti di performance audiovideo, vjing, workshop, seminari e product showcase si terrà al Nuovo Cinema Aquila di Roma, uno spazio culturale dedicato al cinema e alle arti visive. La call for partecipation ha registrato 484 presenze ed è già un risultato.

Il programma si snoda dal 19 al 22 maggio con performance di Arte Generativa , un genere espressivo che ha lentamente mutato il programmatore in artista grazie alle nuove possibilità date dagli sviluppi di hardware e software capaci di girare sugli smartphone; incursioni nelle identità visive, la sezione V-Identity , dove il linguaggio della performance video si confronta con tematiche relative a genere ed orientamento sessuale, intersecandosi con Gender studies, teoria queer ed arte contemporanea; Derive cinematiche che spaziano dal teatro delle ombre al cinema sonorizzato dal vivo, dalla video arte al vjing, dalla laptop alla networked performance.

Esperimenti, insomma, dove corpi e scenari virtualmente “aumentati” colpiscono la percezione, come esito di un progresso tecnologico e sociale che mira a espandere l’esperienza percettiva. A LPM ci sarà tutto il mondo dei Sensible data , teorici e artisti che lavorano sui “dati sensibili”, quelli della biopolitica, per intenderci, per come essa determina le nostre vite senza che ce ne accorgiamo, incasellando le nostre forme di espressione, i pattern d’acquisto, le relazioni personali e le cose che apprendiamo, comunichiamo e condividiamo.

Piatto forte del meeting, la stereoscopia 3-D . Dicono i curatori: “La stereoscopia è qualsiasi tecnica capace di riprodurre informazioni visuali in tre dimensioni per creare un’illusione di profondità di un’immagine. Una tecnica che può essere applicata al live video grazie a software ad hoc e tecniche particolari di processamento dei dati, cosicché la percezione visiva umana può essere manipolata per creare degli spazi visuali profondi, spazi aumentati che sono in grado di trascinare la nostra visione oltre le due dimensioni di uno schermo”. Una tecnica che dopo aver conquistato la ribalta holliwoodiana viene applicata ai più vari contenuti video, perfino alle partite dei mondiali di calcio.

Ancora, il videograffitismo , evoluzione costante in cui la Urban Art si è spostata dai concetti di velocità, precisione e originalità all’aggiornamento tecnologico dei mezzi utilizzati, fino al momento attuale nel quale è in atto una vera e propria “deriva mediale” per cui i suoi esegeti realizzano interventi sui muri cittadini, li registrano, li condividono nei social network e poi li cancellano. Ad LPM saranno anche presentati molti esperimenti di Video mapping che è una tecnica di video-proiezione in grado di trasformare ogni superficie riflettente in un display video. Perché ognuno di noi “è portatore di luce”.

A concludere tutto, un concorso di Vjing dal nome evocativo, VJ Torna, che offre ai professionisti del video di interagire direttamente col pubblico, e che dalla sua prima versione, – nel 2004 a Budapest – ha l’obiettivo di riunire e ispirare video artisti e VJ della scena locale e internazionale passando per Lisbona, Ginevra, Barcellona, Bogotà, San Paolo, Roma, e arrivare alfine a Minsk, il prossimo settembre.

Arturo Di Corinto
ArDiCor, il blog

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Pubblicato il
17 mag 2011
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