Calgary (Canada) – Vogliono proprio far parlare di sé gli amministratori dell’ Università canadese di Calgary che, dopo quasi due anni, tornano alla ribalta per aver introdotto un nuovo controverso corso formativo di natura informatica.
Se a maggio 2003 lanciarono la specializzazione in virus writing , sollevando le reazioni indignate di una parte consistente dell’industria della sicurezza IT, nei giorni scorsi hanno presentato il primo corso focalizzato sui software che consentono di disseminare la rete di spam e di spyware, i fastidiosi programmini anti-privacy che si installano sui PC degli utenti cercando di non farsi notare.
Questa è la visione che del corso hanno coloro che in queste ore stanno criticando la scelta di metterlo in piedi. Andando alla pagina che lo descrive, invece, si legge:
“Questo corso esaminerà con obiettività due importanti preoccupazioni di oggi: lo spam e altre forme di comunicazione elettronica massiva, e lo spyware. Saranno affrontate fondamentali questioni etiche e legali nonché le connessioni con altri settori, come il business o l’economia. Le tecnologie spam e spyware saranno studiate e così le contromisure oggi disponibili e quelle che lo saranno domani. Saranno anche esaminati problemi di sicurezza di computer e reti ad esse legati”.
Rispetto al corso sul virus writing, dunque, questa volta l’Università sembra aver scelto un linguaggio più chiaro che appalesa maggiormente lo scopo finale dell’iniziativa, che è quello di preparare al meglio gli studenti di informatica per il settore della sicurezza. Il tutto aprendo probabilmente maggiori prospettive professionali.
Sebbene non manchino le polemiche, della bontà dell’iniziativa sono convinti alcuni top manager di importanti società del settore. Secondo Mark Murtagh , dirigente europeo di Websense , “qualsiasi buon esperto di sicurezza dovrà aver utilizzato spyware e strumenti di cracking come keylogger e trojan per rimanere aggiornato su quello che c’è là fuori. La conoscenza è potere e la sicurezza è come il gioco degli scacchi: è necessario essere aggiornati completamente su tutto ciò che c’è di disponibile per poter capire la prossima mossa del tuo avversario”.
Sulla stessa frequenza anche il CEO di SurfControl , Steve Purdham , secondo cui “se dobbiamo impiegare un ingegnere per aiutarci a combattere problemi come lo spam preferiremmo certo qualcuno a cui queste cose sono state insegnate e che sa come funzionano”. “E’ come insegnare il sesso sicuro – ha spiegato – piuttosto che nasconderci e ingannando noi stessi (…) dobbiamo capirne le meccaniche per poterci proteggere”.
Che non si tratti di formare dei potenziali web-killer, d’altra parte, lo sottolinea lo stesso ateneo che avverte gli studenti: “Vi verrà richiesto di firmare un documento in cui affermerete di aver letto e capito i protocolli e che ogni abuso dell’informazione fornita in questo corso potrà avere conseguenze civili e penali “.