Mai più domini italiani .it

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Ne parla un lettore, colpito dall'incredibile vicenda del dominio Armani.it e dalla noncuranza con cui in Italia si calpestano i diritti di chi registra un dominio
Ne parla un lettore, colpito dall'incredibile vicenda del dominio Armani.it e dalla noncuranza con cui in Italia si calpestano i diritti di chi registra un dominio

Roma – Gentile Redazione, piano piano la luce dei riflettori si allontana da quello che è successo col dominio armani.it , andando a puntare verso nuove, affascinanti novità per chi legge.
Gli Italiani, si sa, sono un popolo che dimentica facilmente, quindi basterà poco tempo perchè del caso armani.it resti solo un vago ricordo di un “qualcosa a riguardo di un dominio”.

Personalmente mi è rimasto l’amaro in bocca, ho visto cancellare una delle poche certezze che avevo, cioè che almeno il proprio cognome, quello, nessuno possa negarti di averlo, e tenertelo, come dominio. Invece no, questa volta, e una volta di più, ho assistito all’ennesima “perla” della giustizia in materia di informatica.

Si potrebbe obiettare che la difesa doveva puntare sul cognome e non sul nome del marchio ma questo, a mio avviso, è solo fumo negli occhi: guardiamo la realtà, pensiamo al senso delle cose, prima di cercare le scappatoie nelle righe delle leggi.

Mi chiamo Rimicci, e mi ritengo in pieno diritto di registrarmi rimicci.it e di farci quello-che-voglio, se ci metto le foto della mia famiglia, affari miei, se invece ci metto la mia attività, ancora affari miei. Il dominio è mio e lo uso come mi pare, nel rispetto della legalità. Non poterlo fare è una restrizione della libertà. Una legge che me lo impedisce è una legge sbagliata, scorretta, una legge che deve essere cambiata perchè sbagliata nel profondo.

Quello che è successo con armani.it è solo l’ennesima dimostrazione che, in materia di legislazione informatica, siamo ancora nel far-west: l’unica legge è quella del più forte, in questo caso la forza è quella economica, di potersi permettere di schiacciare il più debole sotto il peso economico del tentativo di avere ragione per vie legali: quanti di voi/noi possono permettersi di arrivare in Cassazione, passando per tutti i gradi del giudizio? Io difficilmente ce la farei e, molto probabilmente, visto che ora c’è questo nefasto precedente, abbandonerei immediatamente ogni speranza di avere ragione, cedendo ogni diritto al Rimicci di turno che ha l’aziendona e frotte di avvocati al seguito.

Nella mia vita professionale registrero’ solo com/net/org, la cui procedura di arbitrato si è dimostrata più favorevole al mio punto di vista sopra esposto, e ai miei clienti consigliero’:.it? No, grazie.

Cordialità,
Andrea Rimicci

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Pubblicato il 20 mag 2003
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