Metanfetamine mezzo e scopo dei phisher

Metanfetamine mezzo e scopo dei phisher

Secondo le indagini della polizia nordamericana, la dipendenza da metanfetamina sarebbe uno dei catalizzatori del fenomeno del phishing; numerosi i tossicodipendenti coinvolti, a volte vere e proprie organizzazioni
Secondo le indagini della polizia nordamericana, la dipendenza da metanfetamina sarebbe uno dei catalizzatori del fenomeno del phishing; numerosi i tossicodipendenti coinvolti, a volte vere e proprie organizzazioni


San Francisco (USA) – Una delle droghe più in voga in NordAmerica è la metanfetamina , evoluzione dell’anfetamina che funziona come un iper-stimolante, una droga che crea dipendenza e che ora, secondo alcuni criminologi americani, sta contribuendo alle truffe online . Vi sarebbe infatti una relazione diretta tra l’uso di queste sostanze e una parte considerevole delle attività di phishing.

Esponenti delle forze di polizia statunitensi e canadesi, e alcuni ricercatori medici, sostengono che numerosi tossicodipendenti da metanfetamina sfrutterebbero il phishing e le frodi online per finanziarsi . “Questa droga dà molta dipendenza, ed è una alternativa economica all’eroina e alla cocaina. I tossici craccano i sistemi informatici e rubano informazioni sensibili degli utenti per permettersi l’acquisto di droga”, ha dichiarato Bob Gauthier, detective della polizia di Edmonton (Canada).

Secondo Robert Brown, agente del Colorado Bureau of Investigation , il problema si sta ingrandendo sia in “complessità che come volume”. Alcuni tossicodipendenti, evidentemente tecnologicamente dotati, non solo parteciperebbero massicciamente alle attività di phishing ma in alcuni casi verrebbero assoldati per portare a compimento alcuni colpi informatici .

Dichiarazioni che possono sembrare il frutto della propaganda che spesso circonda i dibattiti sulle tossicodipendenze, ma in Canada fanno sul serio: il senatore Maria Cantwell ha esortato il Senate Judiciary Committee affinché il Dipartimento di Giustizia americano indaghi sui collegamenti che ci sono fra il phishing e l’utilizzo di metanfetamine.

Negli ultimi mesi si sono evidenziati, infatti, alcuni casi che hanno acceso la questione. Nel Canada occidentale una ragazza tossicodipendente è stata arrestata per il possesso di 3357 codici di carte di credito rubati. In California, analogamente, un uomo è indagato per aver sottratto e venduto numerosi codici di carte di credito.

A parte la tipologia di furto, l’unica costante è stata proprio la metanfetamina , che secondo gli esperti medici sarebbe “particolarmente compatibile” con il tipo di esigenze di un pirata informatico. Con questo tipo di droga, infatti, si è in grado di rimanere svegli per giorni e testare, con “lucidità”, i codici sottratti delle carte di credito sui siti commerciali. Il tutto al prezzo di danni al sistema cardiovascolare e di effetti psicotici di una certa gravità.

“E’ come una colonia di formiche. Girando nelle case di queste persone i compiti sembrano essere divisi con attenzione. In una decina, sotto lo stesso tetto, ognuno si occupa di una fase. Ho visto una gran quantità di merce rubata con la tecnica delle carte craccate”, ha dichiarato S. Alex Stalcup, direttore medico presso New Leaf Treatment Center della California.

National Association of Counties , l’associazione che rappresenta i governi locali, ha effettuato un’indagine che sembra dimostrare che l’utilizzo delle metanfetamine ha fatto aumentare i casi di phishing in almeno il 25% delle contee.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
4 ott 2005
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