Roma – Il weekend scorso ero in Toscana, nella zona di Arezzo, inseguendo Piero della Francesca. Il quattrocentesco artista di Borgo San Sepolcro ha infatti letteralmente costellato la sua terra natale di opere straordinarie molte delle quali restaurate di recente che, anche solo per questo, meriterebbero una visita.
Ve ne parlo perchè il matrimonio fra Internet ed arte in Italia sta dando risultati imprevedibili. Sono cambiate molte cose dai tempi del mitico Webmuseum di Nicholas Pioch (una directory dove nei primi tempi del web era possibile visionare un vasto database di immagini dei quadri più famosi del pianeta) nel quale tutti gli appassionati di pittura sono finiti almeno una volta durante le loro peregrinazioni in rete.
Oggi, è molto facile accorgersene, le risorse artistiche online “anche” italiane sono diventate moltissime, ben fatte e regolarmente aggiornate.
Per farsi rapidamente una idea di cosa si potrà trovare in Toscana in una domenica di ottobre sarà quindi sufficiente consultare il sito della regione , dove sono elencate tutte le mostre e i musei aperti. In alternativa, esistono siti specifici molto ben fatti, come per esempio Museionline nel quale si può accedere a tutte le informazioni necessarie per raggiungere un museo o una mostra d’arte in qualsiasi regione italiana.
Decidiamo di iniziare il nostro giro da San Sepolcro dove, nel locale Museo Civico, sono conservate alcune opere di Piero. Su Internet trovo gli orari di apertura del museo con facilità, eppure non vedo indicazioni sull’eventuale apertura domenicale.
Decido di mandare due righe di richiesta informazioni all’indirizzo email del museo. Ma è ormai venerdi, penso, e poi, chissà se leggeranno la posta elettronica, chissà se sapranno o se avranno voglia di rispondermi. E nel momento in cui spedisco la richiesta non posso non pensare anche alle centinaia di email senza risposta che cittadini normali ogni giorno inviano ad amministrazioni e politici, ministeri e autorità varie, sapendo che a tutt’oggi ciò è poco più un gesto di rivolta elettronica. E che una risposta in tempi decenti è un optional inconsueto.
Penso al nostro primo ministro che si vanta in interviste sui giornali di rispondere a tutte le email che riceve e poi non pubblica sul sito del governo nemmeno uno straccio di indirizzo personale. Mi aspetto insomma il peggio, abituato come sono alle “non risposte” ricevute in questi anni quando lamentavo (cortesemente) disservizi piccoli o grandi ai miei provider o chiedevo (per favore) l’invio di informazioni o documentazioni commerciali in giro per la rete.
E invece nel giro di due ore nella mia mailbox trovo il replay, conciso ed esauriente del web di San Sepolcro.
Il museo – mi dicono – è aperto anche la domenica. Cordiali saluti.
Che stia cambiando il mondo?
Passo oltre. Desidereremmo andare poi ad Arezzo, dove la chiesa di San Francesco è affrescata dall’opera fondamentale di Piero della Francesca da poco restaurata: “la leggenda della vera croce”. Non la conoscete? E’ un peccato.
E tuttavia è sufficiente digitare sul browser www.pierodellafrancesca.it per trovarsi dentro un sito web molto ben fatto nel quale, oltre a potersi prenotare per una visita guidata in San Francesco, vengono fornite moltissime notizie sul ciclo della Vera Croce, sull’opera pittorica di Piero, sulle tecniche di restauro utilizzate ad Arezzo, sulle altre opere importanti dell’artista toscano come la altrettanto famosa Madonna del Parto di Monterchi. Dove ci recheremo se resterà il tempo.
Poi però, continuando a frugare fra le troppe opzioni che Internet elenca per una breve sosta in Toscana, ci accorgiamo del fatto che ancora per pochi giorni (fino al 30 novembre) sempre ad Arezzo è ospitato un altro quadro straordinario: La Madonna (un’altra? direte voi) dei Fusi di Leonardo. Si tratta di una occasione che non si ripresenterà. Il piccolo quadro è tornato per pochi mesi in Italia nella sua regione natale (nello sfondo del quadro Leonardo ha dipinto le campagne di Arezzo) dopo che il proprietario (un privato anonimo che risiede fuori dall’Europa e che ha pagato il dipinto ad una asta, si dice, oltre 300 miliardi) ha acconsentito al breve rimpatrio.
E, nonostante l’opera sia in fondo un piccolo costosissimo quadretto (ma di incomparabile bellezza) e rimanga ad Arezzo solo qualche mese, su Internet è consultabile un sito apposito , come al solito (comincio a non meravigliarmi più) ben fatto, con tanto di presentazione in flash ed effetti speciali, nel quale vengono fornite tutte le possibili indicazioni sull’esposizione. E’ persino scaricabile il catalogo della mostra in pdf mentre i più esigenti potranno zoomare elettronicamente sulla riproduzione del quadro leonardesco per apprezzarne meglio i particolari.
Prima di partire, scarico da MapQuest una cartina stradale della zona, tanto per non perdermi, la stampo e mi preparo ad un piacevole weekend senza computer.
Avvertenza finale : la Madonna dei Fusi di Leonardo, come tutte le opere di Piero della Francesca non possono essere visitate solo su Internet. Per dirla tutta, dal vivo non assomigliano molto alle Jpeg che possiamo trovare sul web. E nonostante questa comprensibile limitazione, il riuscito matrimonio fra arte e web in un paese come il nostro avaro di intelligenza tecnologica, è una realtà confortante.
Anche nella remota ipotesi non vi piacesse l’arte.