New York (USA) – Se Los Angeles non ride Taiwan piange. Mentre la Metro-Goldwyn-Mayer annunciava nelle scorse ore il lancio di una sperimentazione di distribuzione di film online, dall’altra parte del Pacifico la polizia di Taipei annunciava il sequestro di un sito web dell’isola dedito alla distribuzione illegale dei classici di Hollywood via internet.
MGM , uno dei più celebri studios di Los Angeles, ha spiegato di voler “tastare il terreno” ad una ipotesi di servizio che prevede non solo la distribuzione di film in streaming su internet ma anche la possibilità per gli utenti di scaricare i lungometraggi sui propri computer.
Il tutto viene effettuato con i sistemi specializzati di CinemaNow che nei prossimi 30 giorni consentirà agli utenti di scaricare due titoli MGM. Uno è una commedia americana criticatissima, totalmente trascurata dal pubblico (“What’s the Worst that Could Happen?”), l’altro è la Maschera di Ferro, pellicola con Leonardo Di Caprio disponibile da tre anni su VHS e DVD.
Chi vorrà fungere da cavia per il test di MGM dovrà versare una cifra che varia tra 1,99 dollari e 5,99 dollari: le variazioni sono legate alla velocità di connessione e all’opzione di vedere il film in streaming o passare direttamente al downloading. Chi scegliesse questa seconda opzione non deve comunque ritenere di aver acquistato un film per il proprio uso ogni volta che lo volesse: la visione del film dovrà infatti avvenire entro 24 ore. Dopo quel tempo, infatti, i contenuti diverranno inaccessibili…
Come detto, mentre MGM si baloccava con questi esperimenti, a Taiwan la polizia ha annunciato il sequestro di un sito e dei suoi server, accusato di violare le leggi statunitensi in materia di copyright e di consentire a qualunque utente internet di guardare film americani. L’azienda che gestiva il tutto, Eternity Italy, offriva un accesso a pagamento (un euro circa) per vedere sul sito www.movie88.com alcune serie televisive USA di grande richiamo, come X-Files o Star Trek, e numerosi film.
Dell’esistenza del sito si sapeva da anni e il suo webmaster era stato intervistato persino da TIME, rivista alla quale Tan Soo Leong aveva dichiarato di ritenersi in regola con le leggi sul copyright taiwanesi. Dichiarazioni ora contestate dal ministero degli Affari economici di Taipei che ha fatto sapere che “nessuno ha detto che è legale. L’unico che crede che lo sia è il signor Tan”.