Nuove prospettive, applicazioni futuribili e soluzioni di computing capaci non solo di stare al passo con la concorrenza ma anche di innovare. Così Microsoft si immagina il 2019 dell’interazione uomo-macchina e della tecnologia informatica, in un promo sviluppato nell’ambito di Office Labs e mostrato dal presidente della divisione business Stephen Elop a una conferenza sulla tecnologia tenutasi presso la Wharton Business School .
Come sarà, dunque, il 2019 secondo una delle corporation tecnologiche più influenti di questi anni? Secondo quanto prevede e auspica Microsoft, il futuro da qui a 10 anni sarà tutto un fiorire di schermi multi-touch modello Surface , in grado di far interagire chiunque con scrivanie, pareti a specchio e qualunque altra superficie piana in un’ottica di ubiquitous computing a pieno regime.
La tecnologia diventerà parte integrante finalmente trasparente alle cose, prevede Redmond nel video mostrato alla conferenza, la traduzione in tempo reale non sarà più un problema, le carte di credito si potranno “sfogliare” con il tocco delle dita scorrendo tra quelle a propria disposizione prima di attivare una transazione finanziario su un touch-screen, e il quotidiano sarà ovviamente elettronico, aggiornabile, modificabile e adattabile a piacimento del lettore.
La macchina sparirà dietro gli schermi , evolvendosi finalmente in cuore discreto ma imprescindibile di una serie senza fine di attività umane concernenti lo scambio di informazioni, l’intrattenimento, le relazioni interpersonali, i pagamenti e tutto quanto. E se non tutti dimostrano di farsi affascinare facilmente da una concezione tecnologica asettica e forse troppo idilliaca per essere concretizzabile, un altro progetto di ricerca dei labs di Redmond ha il pregio di apparire concepibile in un tempo decisamente più breve dell’ubiquitous computing in salsa Surface.
Tale progetto ha persino un nome, Laura, e si prefissa l’obiettivo di creare una sorta di assistente virtuale sotto forma di testa parlante, con animazioni facciali realistiche ma soprattutto con la capacità non indifferente di poter apprendere , adattandosi sui gusti, le esigenze e gli stravizi dell’utilizzatore.
Laura (o per essere più precisi il prototipo di IA a cui stanno lavorando a Redmond) è in grado di riconoscere la persona che siede dietro lo schermo, com’è vestita, se è impaziente, i gusti in fatto di orari per gli appuntamenti, per arrivare infine a decisioni sofisticate basate su questo sistema esperto di informazioni raccolte in precedenza.
L’assistente personale virtuale è un concetto avveniristico, che avrà bisogno di tecnologia che oggi non è esattamente alla portata di chiunque: le capacità intellettive e il dettaglio della grafica di Laura necessitano di processori a otto core fisici per lavorare al meglio, mentre Intel è al momento impegnata nella commercializzazione di processori prevalentemente dual-core (e quad-core) sul mercato domestico.
Entro il 2013, a ogni modo, il responsabile della ricerca a Redmond Craig Mundie prevede che i computer saranno da 50 a 100 volte più potenti di quelli attuali, ragion per cui sistemi come il riconoscimento facciale e vocale dovrebbero trovare il loro posto persino accanto alle porte di ingresso di un ufficio o un’azienda.
Alfonso Maruccia