Roma – Gli editori Mondadori, Case Editrici Longanesi, Corbaccio, Ugo Guanda, Ponte alle Grazie, Salani e Tea hanno chiesto ed ottenuto nelle scorse ore che il sito dell’Istituto Cavazza rimuovesse i testi digitali resi disponibili negli scorsi mesi agli utenti non vedenti.
Dei molti testi, tutti realizzati con formati adatti ad essere riprodotti con sistemi di sintesi vocale e riproduzione braille, gli editori hanno rivendicato la proprietà e hanno richiesto all’Istituto la rimozione di quei contenuti. Una presa di posizione che a molti appare come una “ingiustificata censura” contro un pubblico, quello dei non vedenti, non solo numericamente ridotto ma anche tradizionalmente deficitario di supporti per la lettura di testi scritti.
Nelle lettere inviate all’Istituto, che ha prontamente rimosso quelle pagine, gli editori sostengono che “la riproduzione dei testi nella memoria dei Vostri servers e la successiva messa a disposizione di chiunque sia interessato a prelevarli e a copiarli nella memoria fissa del proprio computer, anche a fini di lucro, costituisce grave ed evidente violazione dei diritti esclusivi di utilizzazione economica”. Con un riferimento alla legge 248 del 2000, la nuova legge sul diritto d’autore, “che prevede sanzioni penali per chi abusivamente riproduce, trasmette o diffonde in pubblico, con qualsiasi procedimento, opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati”.
Nella lettera di diffida gli editori sostengono che in commercio ci sono sufficienti opere in formato elettronico che possono essere fruite da non vedenti, motivo per il quale, dicono, non possono accettare le attività dell’Istituto.
Nella replica, il direttore dell’Istituto, Mario Barbuto, oltre a confermare la rimozione dei testi ha spiegato che “la maggior parte delle opere poste oggi sul mercato in formato elettronico risulta del tutto inaccessibile ai non vedenti, in quanto utilizza software di lettura non compatibili con i programmi per la sintesi vocale e per i display Braille. Valga per tutti l’esempio della letteratura italiana in CD Rom pubblicata unitamente al periodico Panorama, che rimane per i non vedenti totalmente inutilizzabile, in quanto le sue funzioni sono gestite solo con il mouse e la visualizzazione del testo viene effettuata tramite software proprietario inaccessibile. Si potrebbe compilare un elenco chilometrico di singoli testi e di opere complesse, in formato digitale, del tutto inutilizzabili per i non vedenti”.
La situazione deficitaria dei testi in formati adatti è tutt’altro che nuova e da tempo denunciata dalle associazioni dei non-vedenti. Ed è per questo che lo stesso Istituto, pur non parlando di censura, afferma nella replica di riservarsi “il diritto di meglio approfondire in sede civile e penale l’intera problematica, in presenza di una aperta violazione del diritto di uguaglianza tra tutti i cittadini sancito dalla Costituzione repubblicana”.
In una lettera girata su alcune mailing list, Barbuto ha fatto sapere nelle scorse ore che al più presto verranno rimesse online le opere esenti dal diritto d’autore e lo stesso Istituto verificherà la possibilità di dare vita ad un’azione di “carattere informativo, politico e legale che dia vigore a questa battaglia di uguaglianza, considerando anche la possibilità di resistere alla diffida”. Barbuto ha anche intenzione di “stabilire un contatto diretto con gli editori per sondarne le reali intenzioni, sollecitandoli ad assumere scelte di coraggio e civiltà che vadano oltre le norme restrittive e prescrittive attualmente in vigore”.