Monitoraggio igienico

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Un braccialetto pensato per verificare che gli operatori sanitari si lavino le mani
Un braccialetto pensato per verificare che gli operatori sanitari si lavino le mani

Lavarsi le mani non solo è una buona abitudine, ma in alcuni ambienti di lavoro è una necessità. Secondo un rapporto del CDC americano (Center for Disease Control and Prevention) circa 100 mila persone all’anno muoiono negli USA per infezioni dovute alle visite ospedaliere. Molte di queste infezioni sono dovute proprio alla cattiva abitudine di medici, infermieri e tecnici di non lavarsi le mani o di non farlo in modo abbastanza accurato. Un problema che negli Stati Uniti ha raccolto ultimamente ancora più attenzione, in quanto alcune assicurazioni hanno interrotto i rimborsi per le spese per i trattamenti sanitari delle infezioni acquisite in ospedale.
La soluzione viene quindi proposta da una startup chiamata IntelligentM che ha inventato un braccialetto capace di tracciare le abitudini di abluzione delle mani.

IntelligentM

Il braccialetto integra una tecnologia RFID, per cui viene riconosciuto non appena l’utente si avvicina ad una stazione di lavaggio. Già così, il medico, l’infermiere o il tecnico di turno vengono registrati ogniqualvolta si avvicinano al lavello per lavarsi le mani, permettendo ai datori di lavoro di controllare che effettivamente svolgano con abitudine questa importante pratica igienica.

Inoltre, un accelerometro integrato nel braccialetto è capace di rilevare sia quanto tempo si trascorre al lavaggio, sia le mosse corrette per una migliore purificazione delle mani. Se le operazioni sono svolte correttamente, il braccialetto vibra una volta, mentre in caso contrario vibra tre volte, permettendo a chi lo indossa di capire l’errata procedura o la non corretta esecuzione dell’atto.

Poiché alcuni tag RFID sono posizionati anche fuori dalle stanze dei pazienti e fuori da alcuni locali ad alto rischio, come le sale operatorie, il sistema è in grado di segnalare all’operatore sanitario di lavarsi le mani qualora si stia accingendo a svolgere una mansione ad alto rischio di infezione in questi locali, come ad esempio l’inserimento di un catetere.

I dati immagazzinati nel braccialetto possono poi essere raccolti e analizzati via connessione microUSB alla fine di ogni turno, in modo da fornire dati certi agli epidemiologi della struttura. Altro aspetto positivo della soluzione è che si realizza così un tecnocontrollo attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e capace di responsabilizzare gli operatori senza pressarli. Al momento, in alcuni nosocomi a stelle e striscie sono stati assunti dei finti addetti, il cui compito è quello di controllare in segreto che le pratiche di abluzione vengano eseguite correttamente e costantemente. Questi osservatori silenziosi, però, lavorano prevalentemente solo durante la giornata, introducono notevoli costi per le amministrazioni e possono rappresentare un elemento di stress e disturbo per chi lavora nella struttura.

Dall’altra parte, il braccialetto IntelligentM potrebbe essere difficili da gestire a livello IT senza una connessione wireless attiva, potrebbe essere complicato da integrare nei sistemi di sorveglianza già presenti e potrebbe essere esso stesso veicolo di batteri, per il materiale e per l’impossibilità degli operatori di potersi lavare fino a mezzo braccio come richiesto.

(via Technologyreview )

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Pubblicato il 5 apr 2013
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