Moore detterà legge per altri dieci anni

Moore detterà legge per altri dieci anni

Quel trend di crescita della velocità e della densità dei processori pronosticato trent'anni fa da Gordon Moore sarà valido, secondo il suo autore, ancora per questo decennio. Dopodiché l'industria dovrà adottare alternative al silicio
Quel trend di crescita della velocità e della densità dei processori pronosticato trent'anni fa da Gordon Moore sarà valido, secondo il suo autore, ancora per questo decennio. Dopodiché l'industria dovrà adottare alternative al silicio


San Francisco (USA) – “La densità dei microprocessori raddoppia ogni due anni” recita l’ormai arcinota legge di Moore , e fino ad oggi l’industria dei microchip sembra avergli dato ragione. Il numero di transistor contenuti nei microprocessori è incrementato costantemente seguendo un trend molto vicino a quello ipotizzato dal co-fondatore di Intel, Gordon Moore, e sembra che anche per questo decennio la nota legge conserverà la sua validità.

A dirlo è lo stesso Moore che, durante una conferenza organizzata dall’ IEEE , ha affermato che “il prossimo decennio dovrebbe scorrere liscio”, intendendo con questo che la sua legge “reggerà” probabilmente per un altro periodo di tempo compreso fra gli 8 e i 12 anni.

“Non ci sono certamente limiti alla creatività”, ha poi dichiarato il co-fondatore di Intel.

Moore ha però ammesso che per l’industria dei semiconduttori si prospetta un cammino più difficile di quello fino ad oggi percorso: la sua legge potrà conservare la sua validità solo dietro cospicui sforzi e investimenti tecnologici.

“Stiamo lottando contro le leggi della fisica”, ha detto Moore. “Nessuna crescita esponenziale può durare per sempre”, riferendosi a quel trend che ha portato, nel giro di 15 anni, la dimensione dei circuiti dei chip da 1 micron agli attuali 0,13 micron.

Fra i maggiori scogli che l’industria dei semiconduttori dovrà superare c’è dunque l’approssimarsi dei limiti fisici delle attuali tecnologie basate sul silicio, fra cui la dimensione dei transistor e i consumi energetici. Due problemi a cui i progettisti faranno inizialmente fronte con tecnologie che estendano la vita degli attuali chip basati sul silicio, ma che, entro vent’anni, li costringeranno a guardare verso tecnologie del tutto nuove, come quelle organiche.

“Siamo ormai davvero vicini al limite”, ha dichiarato Richard Doherty, direttore delle ricerche presso l’Envisioneering Group. E le sue parole vengono in parte confermate da Gerald Marcyk, direttore del Components Research Lab di Intel: “Per il momento non ci sono barriere fisiche che ci si parano davanti, ma fra una decina d’anni potremmo incontrare le prime serie difficoltà. Il maggior problema sarà rappresentato dagli ossidi di silicio, composti che potrebbero non lavorare a questi livelli”.

L’inimmaginabile “micron”, che per decenni ha costituito il maggior testimone dei progressi della microelettronica, verrà molto presto ricordato come l’unità di misura del secolo appena conclusosi. Al suo posto arriva il “nanometro”, pari ad un miliardesimo di metro, l’unità di misura alla quale molto presto ci si riferirà per indicare i processi di produzione dei chip.

I processori prodotti con transistor sottili 70 nanometri potranno contenerne qualcosa come 400 milioni, circa 10 volte più degli attuali Pentium 4 ed oltre 100 volte più del primo Pentium. Come si sarà potuto notare, il numero di transistor è direttamente proporzionale alla crescita delle frequenze di clock, mentre la loro dimensione determina il progressivo calo dei consumi energetici: con 400 milioni di transistor sarà dunque possibile progettare processori da 10 GHz in grado funzionare con tensioni inferiori ad 1 volt.

Ma a cosa servirà tanta potenza? Secondo Moore sarà possibile sviluppare traduttori handheld in grado di tradurre simultaneamente conversazioni vocali da una lingua ad un’altra, progettare interfacce utente completamente basate su comandi vocali anche molto complessi, consentire ai PC di riconoscere gli utenti e comprendere il loro stato d’animo, portare gli attuali database a dimensioni e complessità di molto superiori alle attuali.

Intel prevede di introdurre questa nuova generazione di transistor nel 2005, anno in cui gli attuali processi chimici di stampa passeranno all’utilizzo della litografia Extreme Ultraviolet (EUV), ed il silicio verrà con tutta probabilità sostituito da altri materiali: questo passaggio richiederà investimenti senza precedenti da parte di tutti i più grossi chipmaker.

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Pubblicato il 12 feb 2003
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