Musica: tiene duro il download illegale

Musica: tiene duro il download illegale

Nonostante l'ottimismo che pervade i discografici, il mercato legale della musica online stenta ancora a decollare. L'uso illecito del P2P sembra ancora l'amico preferito dell'audiofilo in Rete
Nonostante l'ottimismo che pervade i discografici, il mercato legale della musica online stenta ancora a decollare. L'uso illecito del P2P sembra ancora l'amico preferito dell'audiofilo in Rete

Roma – Musica in Rete: l’ ottimismo ostentato negli ultimi giorni dagli esponenti delle case discografiche viene contraddetto dagli ultimissimi studi statistici sul mercato più promettente – quello degli Stati Uniti.

Pop? R’n’B? Va bene tutto, purché sia reperibile attraverso i servizi P2P . È questo il dato che emerge dall’analisi di mercato condotta da NPD Group su un panel rappresentativo formato da circa 47.000 cittadini americani.

Le proiezioni di questa ricerca parlano chiaro e lanciano un forte segnale all’industria globale dell’editoria musicale: nel solo periodo di marzo 2005 sono stati scaricati tramite P2P oltre 243 milioni di canzoni contro gli appena 26 milioni di brani legalmente acquistati. Ma gli analisti di NPD Group sono ottimisti: “I servizi legali hanno ancora molto spazio per crescere, anche se non sono riusciti ad accattivare i consumatori”. Sembra addirittura che solo una persona su quattro abbia acquistato un lettore MP3 in vista di riempirlo con file legali.

I dati di... ascolto Questi dati non possono che far preoccupare i sostenitori delle tecnologie di Digital Rights Management , chiamate in causa per la fiacchezza relativa del nuovo panorama musicale. In aggiunta, la diffusione delle connessioni a banda larga sembra avere grossomodo incentivato il download selvaggio nel 41% dei casi.

Cresce anche il numero degli irriducibili dell’illegalità online, così come il numero di denunce contro chi usa impropriamente le tecnologie P2P. L’ 85% degli aficionado di questi servizi, ormai popolarissimi, non sembra ancora abbastanza spaventato da desistere: e questo anche se il 49% degli intervistati ha dichiarato di temere i colpi di coda organizzati da RIAA e soci.

“Le ritorsioni organizzate dall’industria musicale hanno avuto un effetto negativo sull’uso delle tecnologie P2P”, sostiene il presidente di NPD Group. Contemporaneamente un’altra indagine di mercato, stavolta condotta da Yankee Group , lancia un altro grido d’allarme per i fonografici: per ogni brano acquistato tramite i numerosi servizi “legittimi”, come iTunes , ci sono ben 16 canzoni che spariscono per le vie infinite dei network P2P.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
24 giu 2005
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